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d r I a n T z e n e l I
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l ' e s e r C I z I o
d e l s o g n o
Nato nel 1983 a Shkoder in Albania
Driant Zeneli vive tra Milano e Tirana. Si ac-
costa all’arte partendo dalla figura del padre
(soggetto al centro del video When I grow up
I want to be an artist, 2007), autore di ritratti
raffiguranti i leader del Partito Comunista Al-
banese. A tredici anni inizia a frequentare lo
studio di uno scultore che lo avvia al disegno
classico per poi completare la propria forma-
zione in Accademia, perfezionata in seguito
con numerosi soggiorni all’estero, in particolare
in Italia dove ha esposto, tra l’altro, nel 2011
alla Biennale di Venezia. Da sempre il sogno,
colto in tutte le sue declinazioni visive e se-
mantiche, costituisce uno dei suoi soggetti d’in-
dagine privilegiati. Sin dagli esordi, infatti, egli
si confronta con questo tema articolando la
propria ricerca in soluzioni diverse sotto il pro-
filo metodologico, iconografico e iconologico e
declinandola in una infinità di sfumature in-
tellettuali ed emotive che prendono le sem-
bianze ora di un’utopia ora di un incubo, ora
di una speranza ora di un fallimento. Tuttavia,
in questa sua pratica egli rimane sempre fedele
ad un principio: il sogno, in quanto fenomeno
naturale, non possiede caratteri precostituiti,
è al di sopra di qualsiasi posizione culturale,
morale o ideologica che l’essere umano proietta
su di esso. Conseguentemente, volendo ana-
lizzarlo non va considerato in quanto tale ma
Driant Zeneli
F I N A L I S T
in relazione alla moltitudine di interpretazioni
a cui si presta e che convenzionalmente l’ac-
compagnano. In tal modo, da manifestazione
soggettiva e particolare dell’inconscio il sogno
si traduce in prototipo sociale per mezzo del
quale prendere in esame la realtà circostante
sul piano universale che poi, nel fondo, è il
vero obiettivo dell’artista. Ne è prova, ad esem-
pio, la trilogia When Dreams Become Necessity
(2009-2014) comprendete i filmati The Dream
of Icarus Was to Make a Cloud (2009), ove
l’artista compie il tentativo di realizzare una
nuvola volando con un parapendio, Some Say
the Moon is Easy to Touch (2011) ove si lancia
con il bungee jumping per toccare la luna (ri-
flessa nel lago che si trova sotto il ponte di lan-
cio) il giorno in cui questa si trova alla minima
distanza dalla terra, e Don’t look at The Sun
While You’re Expecting to Cross it (2014) in
cui decide di attraversare il sole dopo che la
cometa Lovejoy nel 2011 ha transitato nel pe-
rielio rimanendo intatta. Tre tentativi faticosi
e surreali, che sottolineano la possibilità del-
l’essere umano di superare i propri limiti grazie
all’immaginazione come pure avviene in Unli-
kely Collision (2014) dove, sulla falsa riga di
un progetto Nasa degli anni Cinquanta, alcuni
droni si librano nello spazio espositivo offrendo
una possibile risposta alla teoria della colli-
sione dei corpi Un altro esempio è costituito
da una cospicua serie di opere ambientate nel
campo delle arti visive. All art has been …
temporary (2008) che, basandosi sul concetto
di ‘caso’, vero e proprio leitmotiv nel lavoro di
Zeneli (nella circostanza specifica la perdita
di alcune lettere che componevano una scritta
luminosa di Maurizio Nannucci alla Gam di