Artlight
122
123
VENINI
VENINI
Carlo Scarpa
Dopo il diploma in architettura nel 1926 presso
l’Accademia di Belle Arti di Venezia, sua città natale,
la carriera di Carlo Scarpa (1906 - 1978) si divise, negli
anni successivi, tra l’insegnamento presso l’università
di architettura di Venezia e l’attività di progettista. La
collaborazione con la vetreria di Paolo Venini iniziò nel
1932 e proseguì con la sua nomina a direttore artistico,
ruolo che ricoprì fino al 1947. Grazie alla sua creatività
e alla conoscenza della materia vitrea, l’architetto
determinò l’impostazione, anche futura, dell’azienda. Nel
1934 disegnò i primi vasi “Sommersi” e nel 1936 furono
presentate al pubblico le “Murrine Romane”, nate da
un’idea di Paolo Venini ed ispirate alla vetraria antica. In
seguito ideò i vasi in vetro Tessuto e nel 1940, insieme
a Paolo Venini, presentò, alla Biennale di Venezia e alla
Triennale di Milano, una novità assoluta nel campo della
produzione: le nuove tecniche dei battuti, dei tessuti, dei
granulari e delle nuove murrine. Parallelamente proseguiva
la sua carriera di architetto con interventi all’Università Ca’
Foscari, alle Gallerie dell’Accademia e, nel dopoguerra,
al museo di Castelvecchio a Verona e alla Fondazione
Querini Stampalia. Tra i progetti architettonici spicca
l’ampliamento della Gipsoteca Canoviana a Possagno,
intervento con cui diede vita ad uno stile espositivo che
rende protagonista assoluta l’opera d’arte. Nel 1956
vinse il Premio Nazionale Olivetti per l’architettura e
l’azienda gli commissionò il celeberrimo spazio espositivo
in Piazza San Marco.
Nel 1969 realizzò uno dei sui progetti più noti: la Tomba
Brion. Si distinse per una geniale attenzione ai dettagli e
per una spiccata sensibilità per i materiali e le tecniche
artigianali. Collaborò anche con la Biennale, per la quale
realizzò allestimenti di mostre personali assolutamente
innovativi, tra cui quella sull’opera di Paul Klee. Ormai
lontano dal lavoro di fornace, all’Expo di Torino “Italia ‘61”,
Carlo Scarpa presentò una grande cascata luminosa
a poliedri componibili, realizzati da Venini, che allora
divenne il simbolo dell’arte vetraria italiana.
After graduating in architecture in 1926 at the Academy of
Fine Arts in Venice, his hometown, in the years that followed
the career of Carlo Scarpa (1906 - 1978) was split between
teaching at the University of Architecture in Venice and his
activity as designer. The partnership with Paolo Venini’s
glass factory began in 1932 and continued with his
appointment as artistic director, a role he held until 1947.
Thanks to his creativity and expertise in glass, the architect
determined the company’s artistic vision, reaching far into
the future.
In 1934 he designed the first “Sommersi” vases and in
1936 the “Murrine Romane” were presented to the public,
developed from an idea of Paolo Venini and inspired by the
glass of antiquity. Later he conceived the “Tessuto” glass
vases and in 1940, together with Paolo Venini, he presented
at the Venice Biennale and the Milan Triennale an absolute
innovation in the field of production: the new techniques of
the Battuti, the Tessuti, the Granulari, and the new Murrine.
At the same time, he continued his career as architect
with projects carried out at Ca’ Foscari university, the
Gallerie dell’Accademia, and, in the postwar period, at
the Castelvecchio museum in Verona and Fondazione
Querini Stampalia. Among the architectural projects, his
extension of the Gipsoteca Canoviana in Possagno stands
out, a design that launched an exhibition style placing the
artwork centre stage, in the limelight. In 1956 he won the
Olivetti national prize for architecture, and the company
commissioned him to create the famous exhibition space
in Piazza San Marco. In 1969 he realised one of his best-
known projects: the Brion Tomb. He distinguished himself
for a brilliant attention to detail and a keen sense of the
materials and craftsmanship.
He also made contributions to the Biennale, for which he
created ground-breaking installations for solo exhibitions,
among which was the one on Paul Klee’s work. When he was
far from the glassworks’ activity, Carlo Scarpa presented
at the Turin “Italy ‘61” Expo a large luminous cascade of
modular polyhedra produced by Venini, making it a symbol
of Italian glass art.
Authors biographical notes