01 • IL PRIMO MOSAICO PRESSO I SUMERI
I reperti archeologici delle città di Ur e Uruk testimoniano che nel 3000 a.C. i Sumeri abbellivano le loro costruzioni con
decorazioni geometriche smaltate di bianco, nero e rosso e ornavano vasi e altre suppellettili con tasselli di madreperla,
lapislazzuli e terracotta.
Anche in Egitto troviamo mosaici risalenti al III millennio a.C. e possono essere inoltre considerate decorazioni musive anche
le composizioni di pietre dure, pietre preziose e vetro che ornavano i sarcofagi dei faraoni. (foto 01: mosaici del tempio di Inanna, Uruk)
02 • IL MOSAICO NEL MONDO GRECO
Nel I millennio a.C. si iniziò ad usare, in alternativa all’utilizzo dei tappeti, una pavimentazione a ciottoli che dava maggiore
resistenza al calpestio e rendeva il pavimento stesso impermeabile.
Le tracce più antiche di una primitiva decorazione musiva in Grecia risalgono al V secolo a.C. con la diffusione di mosaici
pavimentali di pietra.
La tecnica a ciottoli raggiunge l’apice con Alessandro Magno e si rappresentano con ottimi risultati animali, scene di caccia,
episodi della mitologia.
Spesso veniva inserita una sottile lamina di piombo per evidenziare il contorno dei soggetti o definire piccoli particolari, come
si farà, diversi secoli dopo, nelle vetrate policrome del gotico.
A partire dal IV secolo a.C. vengono utilizzati cubetti di marmo, onice e pietre varie, che hanno maggiore precisione dei ciottoli,
fino ad arrivare, nel III secolo a.C., all’introduzione di tessere tagliate. Il mosaico pavimentale conserva le caratteristiche
estetiche dei tappeti: di dimensioni ridotte rispetto alla stanza, è composto da una serie di bordure intorno a un pannello
centrale, detto “èmblema”, recante spesso un soggetto figurativo. (foto 02: casa di Dioniso, Pella)
03 • IL MOSAICO NEL MONDO ROMANO
Le prime testimonianze di mosaico a tessere nell’antica Roma si datano attorno alla fine del III secolo a.C..
Considerati inizialmente beni di lusso, quindi non alla portata di tutti, vennero successivamente impiegati mosaici bicromi
(bianchi e neri). Largamente utilizzati nelle terme, negli ambienti di uso pubblico e nelle abitazioni meno lussuose,
combinavano la semplicità e l’economicità con una vastissima gamma di decorazioni possibili.
Le tessere, talvolta di dimensioni minutissime, compongono figurazioni riprese dalla pittura o decorazioni che richiamano
l’architettura. Il mosaico diventa parte integrante dell’ambiente dove si trova, influenzando così anche l’iconografia: scene
mitologiche nei templi, motivi marini nelle terme, atleti nelle palestre, nature morte o soggetti erotici nelle camere nuziali.
I materiali utilizzati sono marmo, pietre di varia natura e paste vitree: in particolare il mosaico in pasta vitrea ha grande
raffinatezza tecnica.
Già nel I secolo a.C. il mosaico era ormai presente in tutte le case, con soggetti comuni e in questo periodo notevoli sono i
mosaici pavimentali romani scoperti a Ravenna nella Domus dei tappeti di pietra. (foto 03: battaglia di Alessandro, Pompei)
04 • IL MOSAICO NEL MONDO ISLAMICO
L’arte islamica ebbe inizio intorno alla seconda metà del VII secolo in Siria: da qui raggiunse un’area geografica vastissima,
influenzando anche zone di religione cristiana, come per esempio la Sicilia e la Spagna.
Fondamentale è il rifiuto di qualsiasi forma realistica, per evitare soprattutto il rischio dell’idolatria: si diffusero, quindi, motivi
geometrici e floreali, di solito replicati in serie, che ricordano le decorazioni dei tappeti.
Tuttavia negli splendidi mosaici e stucchi rinvenuti fra le rovine del Palazzo di Hisham, si trovano figure di animali e di esseri
umani.
Nella Moschea di Omar, a Gerusalemme che è il più antico capolavoro dell’arte islamica e risale al 692 ,sia all’esterno che
all’interno troviamo ricchi decori con marmi policromi, maioliche e mosaici. (foto 04: esterno, Moschea della Roccia, Gerusalemme)
05 • IL MOSAICO IN EPOCA BIZANTINA
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, i favolosi mosaici Bizantini conobbero le sue espressioni più fulgide.
Nel 540 a Ravenna, si decise che sarebbe stata decorata una chiesa per commemorare la vittoria dei bizantini sui goti: la
basilica fu chiamata San Vitale e decorata con sfarzosi mosaici, tra i quali i famosi riquadri che rappresentano da una parte
Giustiniano, considerato il salvatore dell’Impero Romano insieme a tutta la sua corte; dall’altra Teodora insieme alla sua corte.
I mosaici che ornano le pareti delle basiliche delle due città imperiali, Ravenna e Costantinopoli, costituiti di tessere vetrose
(smalti) e oro zecchino, sono di una bellezza impareggiabile. L’impronta bizantina si distingue molto facilmente, le figure sono
ferme, immobili, non hanno il senso del movimento e non hanno un vero e proprio appoggio per i piedi, tanto che i personaggi
sembrano galleggiare sullo sfondo dorato, simbolo della luce di Dio.
Un caso particolare è la basilica di Santa Sofia di Istanbul costruita nel VI secolo da Giustiniano I sopra le rovine di altre
chiese precedenti; venne decorata inizialmente con motivi geometrici e floreali. Fu arricchita, dopo il periodo iconoclasta, con
immagini figurative, di cui restano ancora spettacolari esempi.
Anche a Roma troviamo importanti mosaici bizantini nella Basilica di Santa Prassede o nel Mausoleo di Santa Costanza mentre
a Milano sono preziosi i mosaici della Basilica di Sant’Ambrogio e di San Lorenzo. (foto 05: Teodora, San Vitale, Ravenna)
06 • IL MOSAICO NEL MEDIOEVO
Nell’arte romanica al mosaico gli si preferisce l’affresco. È interessante dunque percepire l’introduzione di vetri meno
scintillanti per poter imitare meglio le tonalità delle tempere con variazioni luminose più o meno lucide. Accanto ai frammenti
di vetro, venivano spesso impiegate pietre dure colorate.
Il mosaico, però, è per lo più pavimentale e vive il suo apice nel XII secolo. E’ anche molto diffuso il reimpiego di antichi
frammenti o di tessere di mosaici già esistenti, come nella chiesa dei Santi Maria e Donato a Murano, dove le grandi lastre di
pietra del pavimento sono frammenti di sarcofagi e a Roma dove i pavimenti cosmateschi hanno dischi di porfido o marmo
tagliati da colonne.
Il più noto mosaico pavimentale di questo periodo è quello della cattedrale di Otranto, risalente al 1163 e raffigurante l’Albero
della vita.
I mosaici del Duomo di Monreale costituiscono la più grande decorazione di questo genere in Italia: coprono 0.75 ettari con
tessere di pietra ed almeno 100 milioni di tessere in vetro.
Notevolissimi sono i mosaici della facciata del Duomo di Orvieto di cui purtroppo ne restano pochi esempi e quelli della
Basilica di San Marco a Venezia, eseguiti a partire dall’XI secolo. (foto 06: Basilica di San Marco, Venezia)
LA STORIA DEL MOSAICO
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