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Lo storico Paolo Morigia parla di lui come di un
«...pittore raro, e in molte altre virtù studioso,
ed eccellente; e dopo l’aver dato saggio di lui, e
del suo valore, così nella pittura come in diverse
bizzarrie, non solo nella patria, ma ancor fuori,
acquistossi gran lode...».
Il catalogo delle opere di Arcimboldo a
noi pervenuto si incentra in larga misura
sulle famose “Teste Composte”; fisionomie
grottesche ottenute attraverso bizzarre
combinazioni di una straordinaria varietà di
forme viventi o di cose come le quattro stagioni
(Primavera, Estate, Autunno e Inverno) e
i quattro elementi della cosmologia (Aria,
Fuoco, Terra, Acqua).
Le otto allegorie furono pensate a coppie,
per fronteggiarsi sulle pareti della residenza
imperiale, ogni stagione rivolta ad un
elemento, secondo quelle corrispondenze tra
microcosmo e macrocosmo care alla filosofia
aristotelica.
Nel 1562, parte alla volta di Vienna, invitato
a corte dal principe (e futuro imperatore)
Massimiliano II d’Asburgo guadagnando fama
artistica e benessere economico.
Con la promessa di rimanere al servizio
dell’imperatore, Giuseppe ottenne il permesso
di tornare, nel 1587, nella sua Milano. Gli anni
del secondo periodo milanese furono ancora
ricchi di impegno e di successi: a tale periodo
risalgono i dipinti della Ninfa Flora e di Rodolfo
II in veste di Vertunno, celebrate anch’esse,
come le precedenti “Teste Composte”, da poeti
e scrittori di corte.
Nel 1593 Giuseppe Arcimboldo morì nella sua
Milano.
Molti pittori tentarono di imitare le sue
invenzioni fantastiche creando non pochi
problemi nella esatta identificazione del suo
catalogo.
Giuseppe Arcimboldo o
Arcimboldi, come è nominato
in diversi documenti d’archivio
è stato un pittore italiano, noto
soprattutto per le sue grottesche
“Teste Composte”, ritratti
burleschi eseguiti combinando
tra loro, in una sorta di Trompe-
l’œil, oggetti o cose dello stesso
genere (prodotti ortofrutticoli,
pesci, uccelli, libri, ecc) collegati
metaforicamente al soggetto
rappresentato, in modo da
desublimare il ritratto stesso.
Nacque a Milano nel 1527,
discendente da un ramo di una
aristocratica famiglia milanese.
Iniziò la sua attività artistica
presso la bottega paterna verso
il 1549, anno in cui lo sappiamo
impegnato nel disegno di cartoni
che dovevano servire per la
costruzione delle vetrate del
Duomo.
GIUSEPPE ARCIMBOLDO
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