Febo
Fin dall’Antichità Classica ed in
seguito nel corso del Medioevo e
del Rinascimento fino ai nostri
giorni il gioco ripetitivo delle
sequenze matematiche e delle
composizioni geometriche è stato
fonte di ispirazione per gli artisti
e gli sperimentatori di tutto il
mondo: i costruttori arabi con
un sistema di nicchie e stalattiti
a prevalente forma triangolare
chiamate “Muqarnas” (dapprima
usato singolarmente in grandi
dimensioni in fine usato ripetuto
in serie in piccole dimensioni)
sono stati una fonte d’ispirazione
stimolante, ma è l’affascinante
e approfondito lavoro di Escher
sulle combinazioni di triangoli
ed esagoni che ha suggerito la
forma finale. Come a Granada,
Gerusalemme e Isfahan,
nell’Alhambra e nelle Moschee i
volumi degli esterni sono semplici
e compatti, ma all’interno, grazie
alla luce che filtra attraverso le
finestre disposte tutt’intorno alla
base delle cupole, si dilatano in
modo magico e sconvolgente. Così
nelle lampade a sospensione Febo
la luce naturale e quella dei LED
nascosti nella cornice circolare
riflettendosi sulla superficie
sfaccettata e specchiante della
cupola ribassata ne trasformano,
con un sorprendente e sempre
variato gioco esponenziale di
decise e brillanti rifrazioni, il
tondeggiante volume semplice e
liscio.
Paolo Rizzatto
“Il mondo è uno specchio dalla
testa ai piedi, in ogni atomo ci
sono cento soli scintillanti”
Mahmud Shabistari
“Le usanze si radicano con forza
solo grazie a svariate ripetizioni
e a una lunga consuetudine”
Ibn Khaldun
B
C
Maurits Cornelis Escher, combinazioni geometriche, 1937–‘38