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ziale Europea che diceva all’incirca “Cercasi Astronauti”. Ho
mandato la mia domanda e ho partecipato a un concorso molto
competitivo. Siamo stati la prima selezione a livello europeo.
ML: Erano sempre stati solo americani?
MC: Sì, gli europei avevano volato solo come scienziati.
the Moon live. I was 10 years old. Nasa was legendary for me
and an astronaut was a God on earth. I got there by doing an
open competitive exam. I was still a test pilot and I read in the
newspaper an advertisement by European Space Agency that
more or less said “looking for astronauts”. I sent in my appli-
And you know that shortly you have to climb in. And then you
take a lift and discover that the fl oors are not indicated but the
meters in altitude in foot are. You go to the last fl oor and then
you enter inside the Shuttle.
ML: Il comandante è sempre americano?
MC: Su un velivolo americano è inevitabile che lo sia,
come d’altronde fanno anche i russi. Eravamo 6000 candidati
in tutta Europa, per una selezione che è durata due anni. Alla
fi ne ne sono stati scelti sei e io ero l’unico italiano e dopo due
mesi mi sono ritrovato al Johnson Space Center della Nasa a
Houston. Che è come entrare in un posto fantastico, dedicato
alle imprese spaziali.
ML: E cosa succede quando un astronauta entra per la
prima volta alla Nasa?
MC: Viene condotto agli uffi ci per gli astronauti e gli
danno una scrivania. Noi eravamo in 120, distribuiti in stan-
ze da 6 persone. Uno accanto all’altro, forse per abituarci alla
convivenza in orbita. Per chi ha coltivato il mito dello spazio
è un momento importante. Sono momenti in cui si rivive l’e-
popea dei primi voli e si comincia ad aver coscienza che si sta
per apporre un tassello al proseguimento di quel cammino.
ML: Ci può descrivere il momento del lancio?
MC: Dopo la quarantena, si passano tre giorni a Cape
Canaveral e ci si addestra. E per chi come noi aveva questo
compito di lavorare a ciclo continuo c’era un Time-Shift che
regolava il ciclo del sonno per i diversi gruppi e turni, in modo
da coprire le intere 24 ore. Due giorni prima del lancio, ci si
ritrova nelle Crew-Room. E quando mancano tre ore ti sve-
gliano, ti danno gli ultimi brief meteorologici. Poi inizia la
procedura della vestizione. A un’ora e mezza dal lancio, scen-
di e saluti tutti quelli del gruppo di lavoro che ti ha assistito.
ML: E i famigliari e i parenti?
MC: Sono da un’altra parte. Comunque il processo è
avviato e ti ritrovi su questo astro-van, che assomiglia a un
cation and I participated in an extremely competitive open
exam. We were the fi rst to be selected at European level.
ML: They had always been only Americans?
MC: Yes, Europeans had fl own only as scientists.
ML: Is the captain always American?
MC: On an American aircraft it is inevitable, after all
the Russians do the same. We were 6,000 candidates from
all over Europe, for a selection process that lasted two years.
At the end six were chosen and I was the only Italian and af-
ter two months I found myself at the Nasa Johnson Space
Center in Houston. It is like entering a fantastic place, dedi-
cated to spatial endeavours.
ML: And what happens when an astronaut enters for
the fi rst time in Nasa?
MC: You are led into the offi ces for astronauts and
they give you a desk. We were 120 people, allocated in rooms
of 6 people. One next to the other, perhaps to get us used to
coexisting in space. For those who had nurtured the legend of
space it is an important moment. They are moments when
you relive the epic of the fi rst fl ights and you begin to become
aware that you are going to place a brick for the continuation
of that journey.
ML: Can you describe the moment of the launch?
MC: After quarantine you spend 3 days at Cape
Canaveral and you train. For those like us who had the re-
sponsibility to work a continous cycle, there was a Time-
Shift that regulated the sleeping cycle for the different
groups and shifts so as to cover the entire 24 hour period.
Two days before the launch you fi nd yourself in the Crew-
Room. And when there are three hours to go they wake you
camper. L’aria condizionata a palla e ti trasferisci verso la
piattaforma di lancio. Ho un’immagine ancora nitida, mi
sembrava di essere in Apocalypse Now, perché sopra di noi
ci scortavano gli elicotteri della sicurezza. E poi scendi e fi -
nalmente vedi lo Shuttle, un gigante alto 80 metri. E sai che
tra poco ci devi salire tu. E poi prendi un ascensore e scopri
che non ci sono indicati i piani, ma i metri dell’altezza in
piedi. Vai all’ultimo piano e poi entri dentro lo Shuttle.
ML: E in che posizione ci si siede?
MC: Praticamente uno è seduto sulla schiena. Un’ora
prima del lancio ti chiudono l’oblò e tutti spariscono. Se qual-
cuno ha qualche dubbio se sia pericoloso andare nello spazio,
gli passa in quel momento in cui ti rendi conto che ci sei solo
tu e i compagni dell’equipaggio e il tuo Shuttle. E iniziano le
comunicazioni via radio, fi no alle fasi del count-down.
ML: E al momento del vostro lift-off, ovvero del de-
collo, cosa è successo?
MC: Sembrava che uno dei motori non rispondesse. E
tu dentro di te sai che la procedura potrebbe essere quella di
sospendere il volo e riprovare tre settimane dopo. Ho avuto
proprio l’immagine dei miei familiari e parenti arrivati da
Zocca che non mi vedevano neanche partire. E invece siamo
andati avanti lo stesso, perché questo è l’addestramento che
ti abitua a risolvere ogni casistica. Alla base dell’addestra-
mento c’è il principio del “What if”: cosa fare, se accade que-
sto e quello. Quindi si simula tutto ciò che può andare male.
Nel mio caso 13 mesi di allenamento specifi co solo per quel-
la missione, per imparare ciò che ognuno doveva fare, con
tutte le simulazioni possibili. Nello Shuttle non si può essere
emotivi, ma estremamente lucidi, anche e soprattutto quando
c’è da avere paura. Se si riascoltano le comunicazioni inter-
corse tra noi in quel frangente c’è solo una sequenza incro-
up, they give you the latest weather briefs. Then the dressing
procedure begins. One hour and a half from the launch you
get out and say goodbye to those who assisted you.
ML: And family members and relatives?
MC: They are on another side. However the process
has started and you fi nd youself in this astro-van, that re-
sembles a camper. The air conditioning is on really high and
you move to the launching pad. I still have a clear picture, it
seemed like being in Apocalypse Now, because above us
there were the security helicopters escorting us. And then
you get out and fi nally you see the Shuttle, a 80 metres high
giant. And you know that shortly you have to climb in. And
then you take a lift and discover that the fl oors are not indi-
cated but the meters in altitude in foot are. You go to the last
fl oor and then you enter inside the Shuttle.
ML: And what is the sitting position?
MC: One is practically sitting on his back. One hour
before the launch they close the porthole and everyone dis-
appears. If anyone has any doubts regarding the danger in-
volved in going into space, they pass through your mind in
that moment in which you realize you are alone with your
crew members and your Shuttle. And so comunication by ra-
dio begins until the fi nal phases of the count down.
ML: What happened at the moment of your lift-off, or
in other words your take off?
MC: It seemed that one of the engines wasn’t respond-
ing. And you inside yourself know that the procedure could
be that of suspending the fl ight and to try again three weeks
later. I had the picture of my family and relatives who had
come from Zocca who wouldn’t be able to even see me off.
And nonetheless we went ahead with it because this is the
training that makes you used to resolve every case history.
And you inside yourself know that the procedure could be
that of suspending the fl ight and to try again three weeks later.
I had the picture of my family and relatives who had come
from Zocca who wouldn’t be able to even see me off.
ciata di controlli e verifi che, fi no alla soluzione del problema.
ML: Nel suo libro lei dice che in 24 ore nello spazio si
vedono 16 albe e 16 tramonti. È così?
At the basis of the training there is the “What if” principle:
what to do if this or that happens. So you simulate all the po-
tential things that could go wrong. In my case 13 months of
MAURIZIO CHELI
rendez-vous Δ4