83 / 32"¾
60 / 23"½
73 / 28"¾
49 / 19"¼
43 / 17"
78 / 30"¾
Dezza — Armchair 24
IT Lo stratagemma di Gio Ponti
Qual è stato il fortunato strata-
gemma di Gio Ponti per tenere
assieme e comporre in un unico
paesaggio unitario sessant’anni
di libere creazioni, dalle architet-
ture alle stoffe, dalle ceramiche ai
cristalli, dagli arredi ai dipinti, dai
giochi di parole alle lettere dise-
gnate?
Forse una delle chiavi di volta di
questa multiforme costruzione è
stata la Mano.
Troviamo subito bellissime mani
ceramiche sin dagli anni ’20,
quando il giovane Ponti, appena
rientrato dalla partecipazione alla
prima guerra, inventò l’idea che
una mano in ceramica, disutile e
simbolica, potesse rilanciare l’ar-
te della ceramica, arte che la po-
derosa ma addormentata Richard
Ginori frequentava sino ad allora
con modi del tutto tradizionali. (01
– 02)
La mano, nell’istantanea percezio-
ne che può avere un segnale, un
simbolo visivo, sposta di livello la
nostra percezione.
Si passa in un batter di ciglia
dall’attenzione alla funzionalità,
per quanto decorata ed elegante,
al gioco puro e teatrale dei sim-
boli, dove protagonista è la no-
stra fantasia ed immaginazione. La
mano di Ponti rappresenta la pos-
sibilità dell’uomo di immaginare, di
travalicare il mondo degli oggetti
per entrare in quello del teatro,
della poesia e del gioco.
Un mondo che, appunto, può tene-
re assieme ed in relazione tra loro,
le multiformi espressioni creative
del nostro eroe.
La mano disegnata potrà avere
dimensioni ridotte, quelle di una
lettera, o del decoro/racconto del-
le 26 mani da noi scelte per que-
sta edizione della poltrona Dezza,
perché il disegno è una narrazio-
ne, una fiaba. (05 - 06 - 09)
Le mani in ceramica invece, le mani/
oggetto non possono che essere
della giusta misura, perché ripor-
tano al corpo, primo ancestrale
strumento di misura. (03 - 04)
Una cosa ancora bisogna dire del-
le multiformi mani di Ponti: sono un
omaggio all’artigianato, alla capa-
cità con le mani dell’artista, del
ceramista, di animare la materia,
ma anche sintetici simboli dell’u-
manità, come le vedete incontran-
dole nelle copertine della rivista
“lo Stile” (07 - 08)
Infine, sono ancora espressione
di una concitata discussione nello
Dezza
La poltrona Dezza occupa un posto
particolare nella storia di Poltrona
Frau: disegnata da Gio Ponti nel
1965, è il primo prodotto a rappre-
sentare il nuovo corso del brand,
che nel 1962 si era trasferita a To-
lentino dove ha sede tutt’ora.
Le linee tipicamente moderniste e
squadrate della seduta sono bi-
lanciate dagli eleganti braccioli
curvi che accompagnano tutto il
profilo della poltrona fino ai piedi-
ni, conferendo slancio e dinamismo
all’insieme. Da sempre una delle
sedute più amate di Poltrona Frau,
Dezza è sempre rimasta in pro-
duzione e festeggia quest’anno
il suo sessantesimo anniversario.
Per celebrare l’evento, Poltrona
Frau la ripropone in una preziosa
edizione limitata di soli 60 esem-
plari numerati e certificati.
Dezza Limited Edition è rivestita in
Pelle Frau® Impact Less, coeren-
temente con il progetto di maggio-
re sostenibilità portato avanti dal
marchio fin dal 2022. L’elegante
abbinamento dei colori Panna e Iris
rimanda agli interni luminosi e bril-
lanti che Gio Ponti creò per l’Ho-
tel Parco dei Principi a Sorrento,
con i famosi pavimenti in maiolica
bianca e blu da lui disegnata. Ma
la maggiore particolarità di questa
riedizione risiede nella fantasia
del rivestimento: la riproduzione
di un’illustrazione finora inedita
dello stesso Gio Ponti, acquista-
ta all’asta da un privato e scelta
da Poltrona Frau dopo un lungo e
accurato lavoro di ricerca. Un de-
lizioso motivo di 26 mani stilizzate,
ognuna diversa dall’altra e ognuna
con il suo nome e la sua caratteri-
stica. Abbiamo così “la man guan-
tata”, “la man stellata”, “la man
trafitta”, “la man veggente” e così
via. Un sofisticato divertissement
d’autore, che in qualche modo
evoca anche la maestria artigia-
nale e “l’intelligenza delle mani”
con cui la poltrona stessa viene
costruita, uno dei principali valori
del marchio Poltrona Frau.
Gio Ponti
Gio Ponti (1891-1979) è stato
uno degli architetti e designer
che più hanno segnato la scena
italiana del secondo dopoguerra.
Autore eclettico e versatile, è pas-
sato dalle suggestioni Art Déco
e classicheggianti degli inizi al
Razionalismo e al Movimento Mo-
derno, spaziando dall’architettura
all’interior design di case private,
alberghi e transatlantici, alle ce-
ramiche. Ha disegnato moltissimi
oggetti nei campi più svariati, dalle
scenografie teatrali, alle lampade,
alle sedie, ai tessuti, agli oggetti
da cucina, ed è stato uno dei pro-
motori della nascita del Compasso
d’Oro, tutt’ora il massimo premio
di design al mondo. Suo è, fra gli
altri, l’iconico grattacielo Pirelli,
uno dei simboli di Milano.
story board di Ponti per una inedi-
ta versione filmata dell’“Enrico IV”
di Pirandello nel 1940 (10).
Salvatore Licitra
© Gio Ponti Archives