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Mi affascinava il modo in cui si interrogava
interrogando i limiti che può avere una com-
posizione pittorica, estendendola oltre i suoi
confini canonici, mettendone in discussione
la struttura, assumendosi però anche i rischi
e la responsabilità che questa operazione
comporta.
Quella stessa sera ci ritrovammo e andammo
a bere. Camminando per Milano iniziammo
un discorso un po’ delirante. In quel periodo
stavo iniziando ad interessarmi al modo in
cui le opere d’arte potessero fare esperienza
dei visitatori che le andavano a trovare negli
spazi espositivi. Non so come mai, ma iniziai
a chiedermi cosa ne potessero pensare gli
animali della questione. Stavamo parlando di
questo, e Valerio mi disse che da un po’ di
tempo aveva in mente l’immagine di un uc-
cello che zampettava su una sua tela dipinta.
Iniziammo a immaginarci una mostra di pit-
tura non per esseri umani ma per uccelli, e
ci dicemmo che l’avremmo realizzata. La inau-
gurammo a Torino quasi un anno dopo con il
titolo Trasformazione Permanente di un
Mago in Formica.
La mostra consisteva in una tela di 80 metri
quadri, che copriva interamente la superficie
calpestabile dello spazio espositivo. La tela,
così come delle sculture in terracotta e altri
lavori in mostra, era dipinta con forme e
campi di colore che gli uccelli possono trovare
in natura: il rosso delle foglie autunnali, il
verde del muschio, il marrone della corteccia.
Un gruppo di uccellini, il vero pubblico di ri-
ferimento del progetto, ha abitato la mostra
per tutta la sua durata, dormendo nelle scul-
ture, camminando sulle tele e mangiando
semi dai tavoli.
La mostra culminava in una stanza in cui un
faretto da teatro illuminava una porzione di
pavimento circolare composta da tutti i ma-
teriali usati per le opere. In questo punto av-
veniva la trasformazione a cui fa riferimento
il titolo: un mago decide di tramutarsi in ma-
niera irreversibile in una formica, non si sa
se per errore o di sua spontanea volontà.
Analizziamo il motivo per cui questo ipotetico
mago abbia deciso di fare una cosa simile. È
stata una sua scelta? Stanco dei continui ri-
volgimenti e ritorni della storia, ha deciso di
impiegare la conoscenza di una vita per as-
sumere un punto di vista lontano dalla pro-
spettiva umana? O forse è stato un errore?
Oggettivamente, trasformarsi in formica pro-
prio in un ambiente abitato da uccelli non è
una grande idea.
Cercai di illustrare questo passaggio legato
alla figura del mago al veterinario che seguiva
il benessere degli uccelli durante la mostra.
Lui ci pensò un po’, poi dopo qualche minuto
citò questi versi tratti dal Paradiso di Dante:
Spugnetta caduta nel mondo piatto,
2016, olio su porcellana, 30 x 30 cm / oil on porcelain, 11¾” x 11¾”
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