di un lungo ciclo (green procurement) che
rispetta modalità e tempi “naturali”: a partire
cioè dalle coltivazioni di alberi, seguendo una
prassi ormai secolare nella cultura francese e
adattata con cura e intelligenza alla situazione
italiana, attraverso lavorazioni non inquinanti,
per ottenere una materia finale distinta dal
sistema di marcatura Biosphera* messo a punto
dall’azienda, oltre alle certificazioni FSC® (Forest
Stewardship Council ®) e PEFC ™(Program for
Endorsement of Forest certification Scheme) che
garantiscono la provenienza dei legni da foreste
gestite secondo precisi standard ambientali,
sociali ed economici. Eppure neanche questo
approccio etico sembra di per sé sufficiente.
Restare ancorati a un rigido ambientalismo,
che nulla o poco concede all’estetica, non è
privo di rischi: può anzi essere fuorviante in un
mercato del tutto particolare come quello della
casa, tanto sensibile alle fluttuazioni del gusto
e suscettibile di continue variazioni. Così anche
Listone Giordano, che della sostenibilità vera
ha fatto la cifra riconosciuta della sua propria
identità, ha comunque dovuto compiere una
riflessione sulle qualità speciali che poteva
assumere la sua produzione, sicuramente
ecologica, nell’incontro con designer di diverso
metodo e impostazione.
Tra questi Patricia Urquiola, che inizia
a dialogare con Margaritelli nel 2012, come
caratteristico del suo lavoro combina riflessione
e intuizione, visione ed esperienza, leggerezza
e profondità: prima di giungere a una proposta
progettuale lascia trascorrere qualche tempo,
utile anche a creare un equilibrio nel dialogo con
il produttore, con i tecnici e le tecnologie già a
disposizione. La richiesta iniziale di un lavoro sul
trattamento della superficie, come la progettista
aveva fatto in passato con altri materiali, viene
rimessa in discussione per dare spazio a un
approfondimento del carattere domestico
delle finiture orizzontali nell’abitazione (e per
estensione negli ambienti della convivialità -
alberghi, ristoranti e altri luoghi pubblici).
Un pavimento non è solo una superficie
da calpestare più o meno incoscientemente ma
è invece una zona di equilibrio molto delicato
nella genesi e nella vita quotidiana di uno
spazio. Si potrebbe ricordarne a lungo i valori
simbolici – un diaframma tra cielo e terra, una
zona di rispetto per la natura non sempre amica
dell’ambiente, un riparo dalle asprezze e asperità
del quotidiano, su cui poter fare molte altre
cose oltre a camminarci sopra. Insomma un
tema progettuale molto delicato dove il lapsus,
lo svarione progettuale, la boutade fine a sé
stessa sono sempre in agguato. Quante case,
attualissime e ben definite in molti dettagli,
cadono su errori banali come il materiale, la
composizione, il colore sbagliati del pavimento?
Certainly, you can’t just paint yourself green and
call yourself “sustainable”. One can only define
oneself as such after a tried-and-tested journey
such as the one travelled by Listone Giordano.
This firm introduces its products to the market
at the
end of a long cycle of green procurement that
respects “natural” methods and timeframes,
starting from the cultivation of trees with a
centuries-old procedure rooted in French
culture. This method has been carefully and
intelligently adapted to the Italian context
through non-polluting processes, to obtain an
end material distinguished by the company’s
Biosphera* branding system, as well as the
FSC® (Forest Stewardship Council®) and PEFC™
(Program for Endorsement of Forest
Certification Scheme) certificates, which
guarantee the sourcing of wood from forests
managed in compliance with precise
environmental, social and economic standards.
And yet this ethical approach does not seem
to be enough on its own. Anchoring oneself to
rigorous environmentalism, which concedes
little or nothing to aesthetics, does not come
without its risks. Indeed, it can be misleading
in such a unique market as that of the home,
which is very sensitive to fluctuating tastes
and susceptible to constant variations.
Listone Giordano – who has based the
recognised quality of his production on genuine
sustainability – also had to consider the special
qualities that his undoubtedly ecological
production could acquire by meeting with
designers of different methods and approaches.
One of these designers is Patricia
Urquiola, who started her dialogue with
Margaritelli in 2012. Her work typically
combines reflection and intuition, vision and
experience, lightness and depth. Before arriving
at a design proposal, she let some time pass as
a useful way to establish a balanced dialogue
with the producer, the technicians and the
available technologies. The initial request to
work on a surface treatment, as the designer
had done in the past with other materials, was
reconsidered to make space for a domestic-
oriented analysis of horizontal finishings for the
home (and by extension for other convivial
contexts such as hotels, restaurants and various
types of public places).
A floor is not just a surface to walk on
more or less distractedly, but rather a very
delicate area of equilibrium in the genesis and
daily life of a space. One could list its many
symbolic values – a partition between sky and
earth, a zone of respect for nature that isn’t
always eco-friendly, a shelter from the rigours
and hardships of everyday life, and on which we
can do far more than merely walk. In short, it is
Biscuit n.02,
Civita 1695, Rovere di Fontaines /
DESIGN: Patricia Urquiola
Biscuit n.02,
Civita 1695, Oak of Fontaines /
conceptual sketch /
DESIGN: Patricia Urquiola
Biscuit
moodboard /
DESIGN: Patricia Urquiola
Biscuit
moodboard /
conceptual sketch /
DESIGN: Patricia Urquiola
156 — 157
Patricia Urquiola — Biscuit