Fabrique,
dettaglio tecnico /
Fabrique,
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Studio per la stampa
della superficie
in legno /
Study for printing
the wooden
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Fabrique,
costruzione tecnica /
Fabrique,
technical construction /
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— Fabrique
Marc Sadler
08
09
persona per una riunione di lavoro. La ringrazio della gentilezza
e di avermi fatto conoscere questo bellissimo palazzo.”
“È tutto mio il piacere, ingegner Camelia. Se passa ancora da
Milano, perché non viene a trovarci? Potrebbe fermarsi per un tè,
visitare anche l’abitazione: è molto luminosa e ariosa, sono sicura
che le piacerebbe. Basta che si annunci in portineria, siamo quasi
sempre a casa e riceviamo spesso. Mio marito qui ha anche
lo studio, proprio là, al piano rialzato.”
E, ancora seduta, con lo sguardo accennò a una grande porta
vetrata, a cui portavano tre bassi gradini in marmo rosso di
Verona. I vetri erano sabbiati con dei curiosi motivi a guilloche,
che ad Aureliano sembrarono contenere simboli massonici.
“È anche lui ingegnere, sa? Pensi che combinazione…” sorrise
ancora la signora, fissandolo negli occhi. Aureliano ringraziò,
promise, abbozzò un inchino, non si tolse il cappello perché
non lo aveva e quasi arretrando si diresse verso il portone, alto
e pesante, che gli teneva aperto un domestico comparso dal nulla.
“Si ricordi, ingegnere: Sellier, famiglia Sellier! ” gli ripeté da
lontano Veronica, con voce più alta, accennando leggermente
un saluto con la mano destra inguantata di nero.
Uscendo dal palazzo, Aureliano si ritrovò direttamente sulla
via del complesso di loft dove aveva studio Sadler. Non c’erano
tram, né carrozze come in largo Treves ex-Morani, solo file di
auto parcheggiate lungo i marciapiedi: una cacocromia di lamiere
verniciate che gli diede un brivido di freddo, dopo il conforto
di casa Sellier e - doveva ammetterlo - del calore che emanava
la giovane dagli occhi grigio azzurri.
La sera stava appena per diventare notte, così Camelia rinunciò
ai calcoli mentali su quanto tempo era stato altrove. Si affrettò
a raggiungere il loft di Sadler, bussò leggermente e schiuse
piano la porta, mettendo dentro prima scherzosamente la testa.
Sadler era seduto alla scrivania e leggeva, ma si accorse di lui,
si voltò e lo guardò con un’espressione tra il sorpreso e il divertito.
“Ah, le voilà l’ingegnere! Ce ne ha messo di tempo per quella
commissione.” gli disse sorridendo.
“Scusi Sadler, anche una telefonata urgente… mi ha trattenuto
un po’ a lungo” disse Aureliano andando verso la scrivania.
“Un po’ a lungo? È uscito da qui un anno fa!” scoppiò a ridere
Sadler.
A guardarlo meglio, aveva un aspetto diverso: le sopracciglia
leggermente più bianche, un altro taglio di capelli e sopra
la camicia portava un cardigan ben chiuso da una zip.
Sadler notò che Aureliano fissava proprio il cardigan, e precisò:
“Paola insiste. Io avrei anche caldo, ma mi dice di tenerlo chiuso.
Chissà perché, poi.”
“Si sieda, ingegnere” continuò “La vedo un po’ stanco.
Sembra arrivare da un altro mondo.” continuò Sadler.
“Un anno è tanto.” riuscì a dire finalmente Aureliano.
“È proprio sicuro, Marc ? ”
“Guardi il calendario, qui sulla parete. Vede? È Halloween oggi:
ma del 2019.”“Dev’essere stato il ponte di Einstein-Rosen”
rispose scherzoso l’ingegnere, cercando di prender tempo
per trovare una spiegazione di cos’era successo, ma che
naturalmente non aveva. Sadler, sempre lucido e logico,
non raccolse e iniziò a raccontare quello che sapeva.
“Comunque non deve preoccuparsi troppo”aggiunse Sadler
“Non se ne è accorto quasi nessuno.”
“Come, Marc? In azienda se ne saranno accorti per forza.“
“Per tutto l’anno, hanno continuato ad arrivare e-mail e messaggi,
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A DESIGN STORY - Marc Sadler