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“Hai una fantasia meravigliosa, Nicholas”
diceva, leggendo quello che scrivevo. E rideva
per il mio nome occidentale. Sono sempre stati
dei tipi stravaganti, i miei.
Lei invece si chiamava Momo, che significa
pesca. Non avrebbe potuto avere un nome
più appropriato. Come spiegarlo? Era il
suo nome, quello. Era davvero una pesca.
Profumata, chiara, da assaporare lentamente.
Nel suo studio c’era una cartina geografica
enorme, che occupava una parete intera.
Mari, montagne, deserti. Mi ci perdevo, in quel
disegno così dettagliato del mondo.
Un’altra cosa che adoravo erano i velieri sopra
la sua scrivania: due splendidi modellini, curati
in ogni particolare. Momo mi permetteva
addirittura di toccarli. Con attenzione, certo.
Aveva un’agenda con i profili azzurri, sulle quali
segnava con calligrafia delicata i suoi impegni.
Chissà se aveva, fra i mille appuntamenti,
anche qualche incontro con un uomo? Non
osavo chiederglielo, anche perché non avrei
potuto sopportare una risposta affermativa.
Se aveva un innamorato, sicuramente non
la meritava. Lo immaginavo brutto, tirchio,
interessato solo alla sua bellezza. Lo odiavo.
“You have a wonderful imagination, Nicholas,”
she said, while reading what I had written. Then
she laughed at my Western name. My parents
have always been extravagant.
Her name was Momo, which means peach.
She couldn’t have had a more appropriate
name. Why? She really was a peach. Fragrant,
clear and to be savoured slowly. In her office
there was a huge map, occupying an entire
wall. Seas, mountains and deserts.
I used to get lost in that detailed plan of the
world.
Another thing that I loved were the sailing
vessels on her desk: two beautiful models,
perfect in every single detail. Momo even let
me touch them. Of course with care.
She had a diary with blue decorations, in which
she used to write, with elegant handwriting, her
appointments. Who knows if she had, among
all those thousands of appointments, also
some romantic dates? I didn’t dare to ask her,
because I couldn’t bear an affirmative answer.
If she had a lover, he definitely didn’t deserve
her. I imagined him as nasty, stingy and only
interested in her beauty. I hated him.
“Un’altra cosa
che adoravo
erano i velieri
sopra la sua scrivania.”
“ANOTHER THING THAT I LOVED WERE THE SAILING VESSELS ON HER DESK.”