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FLEXFORM | PAPER
Tra architettura e scultura. Una delle scale che collegano i piani della villa: un volume che ha anche
valenza decorativa. Luce realizzata su disegno. | Between architecture and sculpture. One of the
villa’s stairways: a flight of stairs that also has decorative value. Custom-designed lighting.
Tutto si sviluppa una volta entrati. Il volu-
me principale è dedicato alla zona giorno, tra
cui il grande living a doppia altezza che ospita
un camino d’impatto, la cui lunghissima can-
na fumaria funziona da contrappunto verti-
cale. Gran parte della facciata è costituita da
superfici vetrate: è la risposta a due esigenze
fondamentali. La prima è favorire il più pos-
sibile l’ingresso della luce, dato che il fronte
principale è rivolto a nord/nord est. In secondo
luogo per alleggerire la struttura portante con
vetri e massimizzare la connessione con lo spa-
zio esterno. Un rapporto di compenetrazione
che si riflette in molte scelte, come quella di
considerare i balconi come una continuazio-
ne ideale degli spazi interni, o come quella di
mettere in comunicazione visiva diretta la pi-
scina coperta, al piano terra, con quella ester-
na e con il lago, creando così una sorta di linea
d’acqua continua. Anche per questo l’edificio è
stato chiamato Villa Aghe (“acqua” in friulano,
in omaggio alla terra d’origine della padrona
di casa): «C’è un flusso di stile senza soluzione
di continuità dall’interno all’esterno», osserva
la progettista. La superficie è importante,
750 metri quadri disposti su tre livelli. Quel-
lo più alto ospita, oltre alla camera matrimo-
niale con bagno e cabina armadio, anche uno
spazio completamente vetrato con funzione
di studio/giardino d’inverno e un ampio ter-
razzo accessibile anche dal piano inferiore,
dove si trovano l’ingresso principale, la cu-
cina e le camere dei ragazzi. «Il mio obiet-
tivo», conclude Mauri, «era quello di creare
un ambiente caldo e piacevole nonostante la
grande struttura. E naturalmente far sentire
i proprietari a casa. I numeri possono sem-
brare scandalosi, ma renderli piacevoli è sta-
ta una grande gratificazione. Nessuno, en-
trando a Villa Aghe, percepisce l’importanza
delle superfici. Ma prova immediatamente
una sensazione di familiarità».