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Niente si distrugge. Le due Case nel Prato sono costruite con legname proveniente dagli alberi
abbattuti dalla tempesta Vaia. Come una rinascita. | Nothing is destroyed. The two Meadow Houses
were built with wood from the trees felled by the Vaia windstorm. Like a resurgence.
Che propone non tanto di aumentare la volume-
tria dell’edificio esistente ma di crearne due, nuovi,
in quello che era il vecchio parcheggio della strut-
tura, che così viene nobilitato, e da costruire con il
legno “di schianto” degli alberi abbattuti da Vaia.
Prendono così forma due piccole strutture che si
inseriscono nel panorama nel modo più dolce pos-
sibile. «Quello che le rende speciali è soprattutto il
tetto», racconta l’architetto. «È fatto a pagliaio e poi
ricoperto con scandole di larice disposte in modo da
creare un volume arrotondato. Mi hanno detto che
le scandole diventano grigie con la luce della luna.
Questo mi piace perché sembra una poesia. Tutto
in natura si trasforma come parte di un ciclo che
rende meraviglioso il nostro pianeta». A lavori finiti,
le stanze «erano belle anche senza gli arredi», pro-
segue De Lucchi. «Sono stanze grandi dove tutto
ha una presenza specifica. Ad esempio le finestre,
che sono degli oggetti architettonici veramente
unici. Sono come delle vetrine che incorniciano il
paesaggio esterno». I materiali utilizzati sono fedeli
alla tradizione degli ambienti montani: larice, pino,
cirmolo. Le travi e altri elementi strutturali, lascia-
ti a vista, scandiscono un ritmo visivo semplice ma
di grande potenza espressiva. E creano spazi dove
sono a loro agio pezzi antichi ma anche oggetti di
manifattura contemporanea. Uno degli ambienti
più suggestivi è la zona a tutta altezza dedicata alla
convivialità di una delle due case: qui una parete è
interamente vetrata, il paesaggio entra nella stanza
e la riempie. Un elemento in perenne cambiamento.
«Noi stessi desideriamo e produciamo cambiamenti
continui», conclude De Lucchi. «Per me oggi la casa
è un organismo in movimento, dove continuamen-
te si combinano contrapposizioni e stili diversi. La
modernità nelle case non la si vede più tanto negli
abbinamenti, quanto nell’armonia di una moltepli-
cità ragionata».