Un romanzo d’amore magico e crudele: Il Fuoco di D’Annunzio. Venezia si
trasforma nel santuario estetico del protagonista Stelio, il “Superuomo”,
l’”imagnifi co” che esercita i suoi poteri sull’attrice tragica Foscarina che lo
adora. Gabriele D’Annunzio non senza rifl essi spregiudicati e crudeli adombra
in quest’opera la sua relazione amorosa con Eleonora Duse.
“Nulla vale quel che tu mi dai” disse Stelio premendole il braccio,
cercandole con le dita il polso nudo sotto il guanto, per un
bisogno quasi smanioso di sentire il battito di quella vita devota,
la pulsazione di quel cuore fedele [...] Egli allora l’amò per le
inattese visioni ch’ella faceva nascere in lui, per il senso misterioso
degli eventi interiori, ch’ella gli comunicava con le vicende dei suoi
sembianti. Si stupì che le linee di un volto, le movenze d’un corpo
umano potessero toccare e fecondare così fortemente l’intelletto [...].
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