Suonarono le cinque. Nessuno ballava più. Soltanto i giocatori te-
nevano duro. Labordette aveva ceduto il suo posto, le donne erano
tornate in salotto, dove stagnava una sonnolenza da veglia troppo
prolungata, alla luce smorta delle lampade, i cui stoppini carbonizzati
arrossavano i globi. Le signore erano in quello stato di vaga malin-
conia che faceva provare loro il bisogno di raccontare la storia della
propria vita.
Émile Zola, Nanà
Titolo originale: Nana
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