“less is more,
god is in the details”
Tutto il lavoro di Mies e della sua scuola si fonda su due pilastri
fondamentali: ordine e razionalità. Per Mies l’ordine non è qualcosa
che si impone ma qualcosa che va cercato e trovato, il risultato di
un processo di conoscenza della natura delle cose. L’architettura,
allora, non è altro che una forma di conoscenza della realtà, la
ricerca della forma più rispondente alla natura delle cose.
La forma è il risultato di un percorso razionale, che non ha nulla a
che vedere col fantasioso o l’arbitrario, ma che procede di scelta
in scelta, dalla complessità all’essenzialità, fino al punto in cui
nulla può essere aggiunto e nulla tolto. La misura esatta, l’esatta
proporzione, il giusto uso del materiale. Si può allora comprende-
re la sua frase più famosa – “Less is more” – al di là del banale
minimalismo e razionalismo a cui spesso viene ridotta: la sempli-
ficazione non è fine a se stessa, non è uno stile né un linguaggio,
ma la riduzione della complessità dei fenomeni della realtà alla
loro qualità essenziale. Ciò che porta Mies a realizzare architetture
classiche e al contempo moderne.
Senza tempo.
Mies Van Der Rohe
L’architetto tedesco Ludwig Mies
van der Rohe è il padre dell’estetica
architettonica contemporanea.
Vive tra due mondi: l’Europa delle
avanguardie, dove nasce nel 1886
e l’America della modernità e dei
grattacieli, dove muore nel 1969.
Tra le sue opere architettoniche:
Padiglione di Barcellona,
costruito per l’Expo del 1929.
Villa Tugendhat in Brno,
Czech Republic, 1930.
Farnsworth House,
Chicago, 1945-51.
Lake Shore Drive Buildings,
Chicago, 1948-51.
Seagram Building
New York,1954-‘58.
“Sapete, ogni cosa è così complicata in un edificio. Per raggiungere una
chiarezza dobbiamo semplificare praticamente ogni cosa. È un lavoro duro.
Bisogna combattere, e combattere, e combattere”.
I L C O N C E T T O
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