di connaturato a ciò che lo circonda e, viceversa, di trasforma-
re il diverso in qualcosa che è inseparabile da lui: questa è
forse la più segreta delle potenze che caratterizzano la vita.
La potenza di Villa Olga sta nell’essere espressione della
capacità di trasformare e di trasformarsi come atto collettivo
e interspecifico, espressione dell’intreccio di diverse perso-
nalità, sensibilità, in qualche modo anime affini. Sono loro lo
spirito o, meglio, gli spiriti del nostro tempo che si respirano.
Quello di Pinuccia Rubini, un’architetta che fa della tecni-
ca estetica. Di un’appassionata interior designer alla ricer-
ca dell’armonia delle differenze: Lella Valtorta per Dilmos.
Di una famiglia amante del contemporaneo e del colore in
ogni sua forma. La
dimora è inserita in
un quartiere resi-
denziale di pregio,
caratterizzato
da
ville signorili e da
un particolare con-
testo naturalistico
destinato a bosco
e giardino. È un’o-
asi di privacy che
gode al contempo
di una vista pano-
ramica a 180 gradi
sul lago e sulla cit-
tà, fino ad arrivare
alle Prealpi Ticine-
si. Il progetto origi-
nale risale al 1966
e porta la firma
di un importante
esponente dell’ar-
chitettura ticinese,
Franco Ponti, se-
guace della scuola dell’architettura organica di Frank Lloyd
Wright, alla quale la casa di ispira. “Il corpo di fabbrica origi-
nario, in stile organico ticinese, era molto rigido – racconta
Pinuccia Rubini – La razionalità della struttura nascondeva
un’articolazione di spazi e dislivelli che rendevano la casa
inabitabile. La continuità tra gli ambienti interni e il paesag-
gio circostante, che dall’esterno sembrava un presupposto
fondamentale dell’architettura, era in realtà compromessa
da elementi interni che ostruivano la vista e il passaggio,
come la pianta disomogenea, pilastri al centro del soggiorno
e una grande scala di legno, barocca, che collegava i piani
in modo discontinuo. L’idea è stata quella di ripulire l’edifi-
cio e renderlo lineare, quasi neutrale. Eliminare il superfluo
dando vita a spazi ampi, accoglienti, comodi e luminosi, va-
Scrigno
riflette il sole che entra dalla vetrata e illumina
di una luce dorata il bagno padronale.
reflects the sun entering the window and
casting golden light on the master bathroom.
On the Rocks outdoor
con rivestimento Every Place color cobalto
a bordo della piscina.
in cobalt Every Place fabric
by the poolside.
surroundings or, vice versa, to transform difference into
something inseparable from ourselves: it is perhaps one of
the most secret powers that defines our lives. The power
of Villa Olga is the way it expresses this ability to transform and
be transformed in a collective, inter-subjective way, by weaving
together different sensibilities, personalities, and to some extent
kindred spirits. This is the spirit of our times, or rather the spirits,
that we can breathe here. The spirit of architect Pinuccia Rubini,
who makes technique aesthetic. That of a passionate curator of
interiors who seeks harmony through difference, Lella Valtorta for
Dilmos. The spirit of a family that loves colour and the contemporary
in all its forms. The residence is located in a prestigious residential
n e i g h b o u r h o o d
made up of elegant
villas surrounded by
nature, woods and
gardens: a private
oasis
that
enjoys
panoramic
views
of
the
lake
and
city as far as the
Ticino pre-alps. The
original project for
the Villa dates to
1966 and bears the
signature of Franco
Ponti, an important
exponent of Ticino
architecture
and
follower
of
the
Frank Lloyd Wright
school of organic
architecture which
inspired the house.
“The
original
building, in organic
Ticino style, was very rigid” says Pinuccia Rubini. “The
rationalist construction revealed a series of levels and spaces
that made the house uninhabitable. Continuity between indoor
spaces and the surrounding landscape, which from outside
had seemed to be a significant premise of the architecture, in
reality was compromised indoors by elements that blocked
the views and free circulation, such as an irregular floor plan,
pillars at the centre of the living room and a large baroque
wooden staircase that connected the floors in a disjointed
way. Our idea was to strip back the building and make it
more linear, almost neutral, eliminating the superfluous to
create spaces that would be open, welcoming, comfortable
and bright, and enhancing the flow between indoors and
outdoors already given by the large windows”.
Edra Magazine n°4
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SPACES