romantica di aspirazione aristocratica, ove ospitare l’alta
società americana, presidente Hoover compreso. La villa
fu poi trasformata da Robert e Polly Guggenheim, che le
diedero il nome di Villa Firenze, con una visione eclettica,
guidata da un’estetica personale, in equilibrio tra comfort
e ricercatezza. Divenuta residenza diplomatica nel 1976 la
proprietà fu restaurata dal Ministero per gli Affari Esteri e venne
adornata con beni mobili e opere d’arte antica provenienti
anche dalle collezioni del Ministero della Cultura. Il progetto
Villa Firenze Contemporanea, dunque, mirava a ricucire la
frammentazione identitaria della residenza in un’immagine
finalmente coerente con la sua destinazione diplomatica,
per ribadire la ferma vocazione di rappresentare l’Italia negli
Stati Uniti, attraverso le espressioni dell’eccellenza del nostro
Paese in campo artistico e progettuale, facendo perno
sull’attualità. A Villa Firenze, Edra domina la spettacolare
Grand Hall: uno spazio perturbante a tripla altezza,
attraversato dalle ombre chimeriche delle figure catturate
nelle immense vetrate istoriate, che evoca le prospettive
illusionistiche e disorientanti raccolte da Giambattista
Piranesi nelle Carceri. Un ambiente scenografico e
grandioso, oggi illuminato dal candore della tela estroflessa
di Enrico Castellani e dell’intersuperficie di Paolo Scheggi,
dai riflessi argentei dell’Untitled di Rudolf Stingel e dalla
vivacità dei cromatismi della maestosa tela La lontananza
aperta alla misura di Piero Dorazio, Esposta alla XLIII
Biennale di Venezia. Coerente con la multi-direzionalità della
Grand Hall, la configurazione circolare del divano Essential
asseconda l’idea di una spazialità fluida: così risucchia in
un vorticoso roundabout i tanti percorsi possibili, tra l’atrio,
la rotonda, la scala, la sala da pranzo e il disimpegno che
apre sul giardino. Al centro di questa composizione variabile
di cuscini intelligenti, che fanno sbocciare i divani in tante
forme diverse, i tre tavolini in alabastro naturale della serie
Cicladi disegnati da Jacopo Foggini, con profili frastagliati
che ricordano le isole mediterranee.
Photo Massimo Listri
with aristocratic aspirations in which American high society,
including President Hoover, could be hosted.
The villa was transformed and re-named Villa Firenze by Robert
and Polly Guggenheim whose eclectic vision, guided by a
personal aesthetic, led to a balance of comfort and refinement.
In 1976 the property become Italy’s official diplomatic
residence and was restored to the Ministry of Foreign Affairs
who decorated it with furnishings and works of ancient art
including pieces from the collections of the Ministry of Culture.
Villa Firenze Contemporanea is a project that seeks to restore
the Villa’s fragmented identity in an image that is at once
finally coherent with its diplomatic status, while also affirming
its vocation of representing Italy in the United States through
expressions of Italian excellence in the fields of art and design,
with a focus on the contemporary.
Inside Villa Firenze Edra dominates the spectacular Grand Hall,
a formidable triple-height space criss-crossed with the magical
shadows of figures depicted in huge stained-glass windows
and that is reminiscent of Giambattista Piranesi’s illusionistic
and disorienting perspectives in the Carceri.
It is a magnificent setting, now enlivened by the candid tones of
Enrico Castellani’s relief canvas, Paolo Scheggi’s intersuperficie
or intersurfaces, the silver sheen of Rudolf Stingel’s Untitled
and the lively colours of Piero Dorazio’s majestic painting La
lontananza aperta alla misura (The Distance Open to Measure)
shown in the XLIII edition of the Venice Biennale.
There is a coherency between the circular configuration of
Essential sofas to underscore an idea of fluid spatiality, and the
multi-directional Grand Hall. The sofas draw into their whirling
roundabout the several possible passages between atrium,
rotunda, staircase, dining room and the hallway leading to the
garden. The true pivot of the sofa’s varying compositions of
intelligent cushions, which allow it to unfold in different forms,
are three tables from the Cicladi series designed by Jacopo
Foggini. Fashioned in natural Volterra alabaster, the tables’
chiselled rugged edges recall the Mediterranean islands of the
same name.
Edra Magazine n°3
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