Tatlin
nella Sala Arena in occasione della mostra
“JR. Déplacé·e·s”.
in the Sala Arena for the exhibition
“JR. Déplacé·e·s”.
Getsuen e Rose Chair
nella Sala a volta e dettaglio della mostra
“JR. Déplacé·e·s”.
Getsuen and Rose Chair
in the vaulted room with a detail from the
“JR. Déplacé·e·s” exhibition.
alla povertà, al contrasto al cambiamento climatico, passando per
le questioni legate all’inclusività e all’educazione, con l’obiettivo di
alimentare una nuova sensibilità e consapevolezza verso quelle che
sono le urgenze sociali del mondo di oggi. “Il museo – dice Antonio
Carloni, Vicedirettore delle Gallerie d’Italia a Torino – è stato concepito
come un testimone del nostro tempo, come uno spazio in cui i cittadini
possono comprendere quelle che sono le grandi problematiche
del mondo in cui viviamo: per questo, la programmazione cerca di
affrontare e interpretare il contemporaneo”.
La ristrutturazione del Palazzo, affidata all’architetto Michele De
Lucchi, è intervenuta a creare un’apertura all’interno del chiostro
per accedere ai piani sotterranei: quasi una scalinata rinascimentale
all’incontrario, con l’intento di rendere accessibili al grande pubblico
spazi che erano rimasti nascosti o inutilizzati per lungo tempo.
Così tutto l’ambiente ipogeo è ora dedicato a mostre fotografiche
commissionate dalla Banca a grandi fotografi contemporanei:
l’inaugurazione del Museo è avvenuta con la mostra La fragile
meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia di Paolo Pellegrin, con
la curatela di Walter Guadagnini e il contributo di Mario Calabresi:
un lavoro inedito che indaga il tema del cambiamento climatico
attraverso una lettura per immagini del rapporto tra l’uomo e il suo
ambiente naturale. L’esposizione di Pellegrin dialogava con la mostra
Dalla guerra alla luna. 1945-1969, una selezione di immagini storiche
dell’Archivio Publifoto a cura di Giovanna Calvenzi e Aldo Grasso, che
documentava il miracolo economico italiano dalla fine della Seconda
guerra mondiale fino allo sbarco dell’uomo sulla luna. Da febbraio
a luglio 2023 Palazzo Turinetti ha ospitato invece un’importante
mostra dell’artista e fotografo francese JR, noto in tutto il mondo
per l’attenzione che dedica ai problemi dei migranti e dei rifugiati.
Con il progetto Déplacé•e•s, cominciato nel 2022 e presentato per
la prima volta proprio nella Mostra torinese, l’artista ha viaggiato in
zone di crisi, dall’Ucraina sconvolta dalla guerra fino agli sterminati
campi profughi di Mugombwa in Rwanda e di Mbera in Mauritania,
di Cùcuta in Colombia e di Lesbo in Grecia, per riflettere sulle difficili
condizioni in cui oggi versano migliaia di persone a causa di conflitti,
guerre, carestie, cambiamenti climatici, persecuzioni o discriminazioni
ideologiche,
politiche,
etniche
o
religiose. A Torino JR ha anche
realizzato una performance di arte
pubblica – una sorta di “processione”
laica – che ha coinvolto più di un
migliaio di persone per portare in
Piazza San Carlo, dalle vie adiacenti,
cinque teli raffiguranti le immagini di
bambini incontrati durante le visite
nei campi profughi tra i dannati della
terra. Visibili solo dall’alto, attraverso
l’uso di droni e di sguardi in plongée,
queste immagini-giganti – con la loro
ambizione di provare a compensare e
a risarcire il deficit di rappresentazione
a cui sono condannate quasi sempre
le vittime innocenti delle tragedie
epocali – sono entrate a far parte della
mostra: trasformate in teli fotografici
monumentali o in frammenti video
di storyboard di viaggio, sono il filo
conduttore di un percorso che ha
inizio già dall’ingresso del museo, con
l’immagine di un gigantesco occhio
stampato sulla porta, per concludersi
nella vasta sala ipogea immersiva,
dove si ha la sensazione di partecipare
a un grande rito di coscienza collettiva.
È come se JR con le sue immagini e
con quel grande occhio che ci guarda
ci dicesse che dobbiamo avere il
coraggio e la forza di resettare lo
sguardo, che non dobbiamo mai
chiudere gli occhi, e che certi sguardi
che apparentemente vengono da
lontano
in
realtà
profondamente
ci ri-guardano. È una visione potente, la sua. Una visione che non
denuncia, non urla, non protesta. Semplicemente mostra. E ci chiede
di non smettere di guardare, e di prendere coscienza di quello che
accade.
La scelta di Edra di fotografare alcuni dei suoi prodotti ambientati
negli spazi del museo risponde a una visione che fa propri e condivide
al tempo stesso lo sguardo di JR sul mondo e la missione di Gallerie
d’Italia di promuovere attraverso l’arte, la cultura e la fotografia valori
come la libertà, l’immaginazione, la creatività e la partecipazione.
Così, al piano nobile, sui pavimenti fatti di intarsi di preziose essenze
exhibition by French artist and photographer JR, known throughout
the world for the attention he dedicates to the issue of migrants
and refugees. Déplacé•e•s project was presented for the first time
in the Turin exhibition, and began in 2022 when the artist travelled
through the crisis zones of the world, from war-torn Ukraine to
the endless refugee camps of Mugombwa in Rwanda, Mbera in
Mauritania, Cùcuta in Colombia and Lesbos in Greece, reflecting
on the desperate conditions thousands of people live in today,
caused by conflict, war, famine, climate change, persecution, and
ideological,
political,
ethnic
and
religious discrimination.
In Turin JR also created a public
art performance, a sort of secular
“procession” with over a thousand
people carrying five giant banners,
depicting images of children the artist
had met in refugee camps, to Piazza
San Carlo from nearby streets. The
giant images, only visible from above
using drones and birds-eye shots,
were an attempt to redress and
make amends for the inadequate
representation that innocent victims
of epochal tragedies are almost
always condemned to.
The banners have become part
of his exhibition, transformed into
monumental photographic hangings
and fragments of travel storyboards
in video, they constitute the through
thread of a journey starting at the
museum entrance with an image of a
giant eye printed on the door, and that
ends in the vast immersive cavern
underground, with its sensation of
participating in a ritual of collective
consciousness.
Through his images, and with his
giant eye observing us, JR is saying
we must have the courage and
strength to re-adjust our gaze, must
never close our eyes, and that certain
gazes seemingly coming to us from
far away are actually looking back at
us very deeply.
His vision is powerful. A vision that does not denounce, does not
shout or protest. It simply shows. It asks us not to stop looking, and
to be aware of what is happening.
The choice Edra made to photograph some of its products in the
setting of the museum spaces corresponds to its own particular
vision but at the same time concurs with JR’s gaze on the world,
and the mission of Gallerie d’Italia to use art, photography and
culture to promote values such as liberty, imagination, creativity
and participation. And so, on the floors of the piano nobile inlaid
with precious woods, amid the crystal chandeliers, mirrors, baroque
battle against poverty, to action on climate change, taking in on the
way issues related to inclusiveness and education, with the aim of
informing a new sensibility and awareness on the social urgencies of
today’s world. Antonio Carloni, vice director of Turin’s Gallerie d’Italia
explains, “The museum has been conceived as a testimonial to the
times we live in, a space where citizens can gain understanding
of the significant issues in the world we live in, which is why the
programme tries to look at and interpret the contemporary”.
The Palazzo’s renovation was entrusted to architect Michele De
Lucchi, one of whose interventions was to open access to the
underground floors through the building’s cloisters. This is almost
a Renaissance staircase in reverse, intended to make spaces that
were hidden and unused for years accessible to the general public.
The whole area below ground is now given over to exhibitions by
important contemporary photographers commissioned by the Bank.
The Museum’s inaugural exhibition was Paolo Pellegrin’s Una fragile
meraviglia. Un viaggio nella natura che cambia (A fragile wonder. A
journey through changing nature) curated by Walter Guadagnini with
the contribution of Mario Calabresi. This new work investigates the
theme of climate change through an image-based reading of the
relationship between humans and their natural environment.
Pellegrin’s exhibit dialogued with Dalla guerra alla luna (From War to
the Moon) 1945-1969, a selection of historical images taken from
the Publifoto Archive, documenting Italy’s economic miracle from
the end of the Second World War to the landing on the moon, and
curated by Giovanna Calvenzi and Aldo Grasso.
From February - July 2023, Palazzo Turinetti hosted an important
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SPACES
Edra Magazine n°3
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