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On the Rocks & Cicladi.
Il divano di Francesco Binfaré e i tavolini di
Jacopo Foggini all’interno del salone.
Francesco Binfaré’s sofa and Jacopo
Foggini’s tables in the hall.
legno di pino siberiano su cui danzarono i magnifici artisti
del passato. Su un soppalco vedo strumenti che allestiscono
lo spazio di un quartetto. La batteria è un omaggio di Tullio
De Piscopo. Alle pareti vecchie foto. Nel silenzio, sembrano
risuonare note e passi di allora. Ai piani superiori camere
dai toni del mare e del sole. Al piano terra una cucina living
in cui si alternano pietra bianca e maioliche. Questa era la
stanza dove i ballerini trascorrevano le loro serate. I decori
delle ceramiche e gli arredi sono colorati e dinamici. Come
le sedie Gina oro, dagli intrecci che formano ricami preziosi
che sembrano omaggiare quell’armonia di movimento.
Massine costruì anche un teatro all’aperto, distrutto da
una violenta mareggiata a metà
degli anni ’60. Il suo ideale era di
trasformare Li Galli in un centro
artistico internazionale, aperto ai
giovani artisti. Una cosa che dopo
qualche anno, sta avvenendo in
altra “forma d’arte”.
Torno nel cuore dell’isola. Il sole è
ora alto nel cielo. Alcune barche si
avvicinano con la musica accesa. I
passeggeri si divertono. Il tempo di
un bagno e vanno. Resto a guardare
mentre si allontanano. C’è di nuovo
un silenzio surreale. Rotto solo dal
canto degli uccelli. La natura ora ha
colori sgargianti. Mi affaccio sopra
un pendio, un po’ di vertigine,
e riesco a scorgere il fondale
roccioso a ridosso degli scogli. Poi
il blu più profondo. Camminando
sul sentiero incontro altre due
piccole strutture completamente
inserite nel versante roccioso.
Ospitano piccole camere, con letti
a baldacchino bianchi, maioliche di
Vietri lucenti a pavimento, e ricercati dettagli di arte, arredo,
decorazione. Ognuna apre una diversa vista che incornicia
porzioni di paesaggio: un’opera da contemplare.
Arrivo alla villa centrale e faccio un altro salto nella storia.
Dopo la morte di Massine, l’arcipelago passò di proprietà
a Rudolf Nureyev, nel 1989. Il ballerino russo modificò il
progetto della villa, lasciando i segni della sua presenza.
La decorò con un’incredibile collezione di maioliche ottomane
che ancora oggi possiamo apprezzare. Tutte le stanze furono
arredate con Kilim e bellissime lampade artigianali. Pietro
ci racconta che alla morte del ballerino, quando l’isola visse
Vista su Positano
dall’approdo dell’isola Li Galli.
View of Positano
from the harbor of the Li Galli island.
In questa pagina e nella seguente Standard
all’interno di una delle sale della villa. I colori del divano richiamano
le tonalità blu delle ceramiche e delle porte in legno.
On this page and in the following: Standard
inside one of the rooms of the villa. The colors of the sofa recall
the blue tones of the ceramics and wooden doors.
rooms are in shades of the sea and the sun. There is an open-
concept kitchen on the ground floor with alternating white
stone and majolica tiles.
This was the room where the ballet dancers spent their
evenings. The ceramic decorations and furnishings are
colourful and dynamic. Like the gold Gina chairs, their
woven laces like prized embroidery, seem to pay homage to
the harmony of movement.
Massine also built an open-air theatre, which was destroyed
by a violent sea storm in the mid-1960s. His idea was to turn
Li Galli into an international art centre open to young artists.
A few years later, that idea is taking shape through another
“art form.” I return to the heart
of the island. The sun is now high
in the sky. Some boats approach
with music playing. Passengers are
enjoying themselves.
Just a swim, and then they leave.
I watch as they sail away. Surreal
silence returns. Broken only by
birdsong. Nature now has bright
colours. I look out over a slope,
feeling a little dizzy, and I can make
out the rocky seabed close to the
rocks.
Then the deepest blue. Walking
along
the
path,
I
encounter
two other small structures fully
embedded in the rocky slope.
They are small rooms with white
four-poster
beds,
shiny
Vietri
majolica tiles on the floor, and
refined details of art, furniture,
and decoration. Each one opens to
a different view framing portions of
the landscape: a work of art to be
contemplated. I reach the main villa
and take another leap into history. After Massine’s death, the
archipelago became the property of Rudolf Nureyev in 1989.
The Russian ballet dancer modified the villa’s design, leaving
signs of his presence.
He decorated it with an incredible collection of Ottoman
majolica that we can still appreciate today. All the rooms were
furnished with Kilim carpets and beautifully handcrafted
lamps.
Pietro tells us that when the ballet dancer died, when the
island experienced “dark” times, some ceramic decorations
were stolen.
SPACES
Edra Magazine n°2