Photo Pietro Savorelli
Margherita
nella lunga galleria che penetra la montagna
e che si interrompe di fronte a una parete di
roccia, nel cuore della collina.
in the long tunnel piercing the mountain that
ends with a rock face in the heart of the hill.
Gina e Ines.
Nella pagina seguente, le sedie e la lampada illuminano con i loro
riflessi gli interni in legno e mattone di una delle sale.
Gina and Ines
Next page, the chairs and lamp with their reflections illuminate the
wood and brick interior in one of the winery’s rooms.
sua funzione: un luogo che parla al presente in termini di
identità visiva e tecnologie (costruttive e produttive), ma
preservando la sapienza enologica antica e la fisionomia
del territorio da cui questa sprigiona.
“Mi ha colpito questo
angolo di Maremma, ricco di storia e di intatta bellezza
paesaggistica, ma al contempo non ancora così noto
dal punto di vista vitivinicolo come altri territori toscani”
prosegue Vittorio Moretti. L’opera si adagia nell’orografia
del terreno, all’interno di una proprietà di circa 300 ettari,
che comprende la cintura verde delle Colline Metallifere, il
Parco di Montioni, la Riserva
Poggio Tre Cancelli e il Parco
della
Sterpaia,
affacciato
sul Mar Tirreno. Rivestita
in pietra rossa di Prun, la
massiva costruzione scavata
nella collina è composta al
centro da un totem cilindrico
alto 25 metri, sezionato da
un piano inclinato parallelo
al declivio collinare, e da due
edifici laterali porticati che
ripropongono la tipologia delle
dimore rurali locali. Al piano
terra, si collocano la barricaia,
le aree di invecchiamento,
vinificazione, imbottigliamento
e imballaggio, oltre a una
galleria che, come un cordone
ombelicale, conduce a una
sala di degustazione scavata
nella collina; al piano primo,
la sala di diraspatura e al
secondo il laboratorio e gli
uffici. In sommità, la copertura
inclinata del cilindro sezionato
è punteggiata da giardini
pensili ed è solcata assialmente da una scenografica
scalinata che, ricordando la caprese Casa Malaparte di
Adalberto Libera, invita all’ascensione come esperienza
catartica di comunione tra Terra e Cielo.
Moretti
aveva le idee molto chiare “sulla concezione del ciclo
produttivo che doveva essere moderno – spiega
– funzionale, ma rispettoso della tradizione e quindi
con il minimo impatto meccanico sulle uve e sul mosto.
La lavorazione per gravità doveva essere uno dei punti
fermi di questa cantina. Con la sua verticalità, Petra
in terms of visual identity and technology (constructive
and productive), but preserving the ancient knowledge
of winemaking and the physiognomy of the land that it
springs from. “I was struck by this corner of Maremma,
rich in history and beautiful untouched landscapes, and
yet it isn’t as well-known for its winemaking as other
areas in Tuscany” says Vittorio Moretti. The estate is
cradled in the folds of the land, a property of about 300
hectares that includes the Colline Metallifere green belt,
the Montioni Park, the Poggio Tre Cancelli Reserve and
the Sterpaia Park, looking
out over the Tyrrhenian Sea.
The massive construction,
carved
into
the
hillside
and clad in red Prun stone,
consists at the centre of
a 25-metre tall cylindrical
totem, spliced in a slanting
plane that runs parallel to the
hillside: two side buildings
with porticoes re-propose
the local vernacular of rural
houses. The barrel cellar, and
aging, vinification, bottling,
and packaging areas, are
on the ground floor, as is
the tunnel that leads like an
umbilical cord to the tasting
room deep in the hillside. A
de-stemming room is on the
first floor, and the offices and
laboratory are on the second.
The sloping roof of the
sectioned cylinder is dotted
with hanging gardens, and
a
scenographic
staircase,
reminiscent
of
Adalberto
Libera’s Casa Malaparte in Capri, cuts a groove down
the cylinder centre, inviting us to ascend as a cathartic
experience of communion between Heaven and Earth.
Moretti had very clear ideas about “the concept of the
production cycle, which needed to be modern and
functional but respect tradition and therefore have
minimal mechanical impact on the grapes and must.
Gravity-assisted processing had to be one of the
cornerstones of this winery. With its vertical lines Petra
expresses this ideal of ‘making wine’ and at the same
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Edra Magazine n°5
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