Vermelha.
La seduta dorata sul meraviglioso
Scalone d’Onore.
The gold chair on the extraordinary
Grand Staircase.
“Petra – racconta Vittorio Moretti, suo fondatore insieme
alla figlia Francesca e Presidente di Terra Moretti – è la
storia di un’ambizione realizzata. In questa cantina si è
concretizzato il desiderio di costruire una struttura in grado
di evidenziare la bellezza del luogo in cui sorge e il fascino
del lavoro che in essa si svolge. Serviva un architetto in
grado di integrare le proprie scelte estetiche con la nostra
filosofia
di
produzione
e con il carattere del
territorio.
Conoscevo
già Mario Botta e di lui
ho
sempre
apprezzato
le
scelte
innovative
e
coraggiose, ma anche la
linearità, il rigore filologico
e il rispetto per i luoghi
in cui ha costruito”. Oggi
quell’architettura diventa
il teatro di un racconto
corale,
dove
il
lavoro
di Mario Botta incontra
l’universalità d’uso degli
arredi Edra che abitano
la cattedrale del vino,
facendo
risuonare
quei
valori di cui l’opera si fa
portatrice. Mario Botta è
un progettista che, più di
altri, parla un linguaggio
senza
tempo.
Spinge
la ricerca formale alla
conquista di simbologie
e di valori universali che
trascendono le stagioni
effimere delle mode e che
trovano in una poetica
coerente e rigorosa la
loro formula espressiva.
Geometrie pure e archetipi
di un lessico progettuale depurato dal superfluo plasmano
un’architettura contemporanea evocativa di suggestioni
e memorie, dove la pratica di vita quotidiana assurge
alla dignità di atto sacrale e dove la luce è materiale
modellante della composizione, al pari del cemento, della
pietra e del mattone. Una “architecture parlante” che,
sul solco tracciato da Étienne-Louis Boullée fino a Louis
Kahn, è strumento eloquente per dichiarare la propria
story of an ambition realised”, says Vittorio Moretti, who,
with his daughter Francesca, founded and is President of
Terra Moretti. “Our desire to create a building that would
draw attention to the beauty of the setting and to the
fascination of the work that goes on inside it has been
made concrete with this cantina. It required an architect
capable of meshing his own aesthetic choices with our
philosophy of production
and
the
character
of
the territory. I already
knew Mario Botta and
have always appreciated
his
courageous
and
innovative
choices,
as
well as his coherence,
his philological rigour and
his respect for the places
he builds in. Today that
architecture has become
the theatre of a choral story,
an encounter between the
work of Mario Botta and the
Edra furnishings inhabiting
this
cathedral
of
wine,
their
universal
qualities
resonating with the values
his
building
embodies.
More than others, Mario
Botta is a designer who
speaks a timeless language,
pushing his formal research
to
master
universal
values
and
symbolisms
that transcend fashion’s
transient seasons to find
expression in rigorous and
coherent poetic formulas.
Pure
geometries,
and
archetypes from the design
lexicon, cleansed of superfluous form, are shaped
into contemporary architectures evoking allusion and
memory, in which the practice of daily life is elevated
to a dignity that is sacred and composition shaped as
much by the material of light as by brick, stone and
cement. This is “architecture that speaks”, that follows
the tradition of Louis Kahn and Étienne-Louis Boullée,
to form an eloquent tool that declares civic function
Standard Outdoor.
Nella pagina precedente, il verde intenso
della materia Every Place richiama i filari di
vite che circondano la cantina.
Previous page, the intense green of Every
Place material echoes the vineyards
surrounding the winery.
Margherita.
La sagoma della poltrona svetta come una
gemma luminosa a sottolineare l’orizzonte.
The silhouette of the armchair stands out like
a luminous gem emphasising the horizon.
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SPACES
Edra Magazine n°5
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