Cicladi.
I tavolini in alabastro lungo il camminamento parallelo al rio.
The alabaster tables along the walkway parallel to the river.
Sherazade e Cicladi.
Nella pagina precedente, il divano in Gentle Cloud sabbia e i tavolini in
alabastro ambra all’ingresso dell’Area Scarpa.
Sherazade and Cicladi.
On the previous page, the sofa in sand-colored Gentle Cloud and the
amber alabaster tables at the entrance to the Scarpa Area.
brillante convivenza.
La comune tensione verso un “abitare fluido” rende la
Fondazione ed Edra partner d’elezione nel raccontare gli
spazi come un’autentica connessione fra persone, natura
e architettura. Alla Querini, l’Area Scarpa è l’esempio
più compiuto di questa visione: un continuum che fonde
interni e esterni, dove l’acqua della laguna entra ed esce
dallo spazio architettonico al ritmo del lungo respiro
delle maree, mentre il giardino, incastonato tra gli edifici
come un hortus conclusus, si rivela luogo di stupefacente
intimità. Qui la geometria
razionale di Carlo Scarpa
genera
una
inaspettata
morbida apertura, invita alla
contemplazione, lì dove luce
e vento si mescolano alle
note sonore e olfattive della
Laguna.
Edra
condivide
questa
stessa
attitudine,
i suoi sistemi di sedute
non sono semplici arredi,
ma dispositivi intelligenti
che si adattano al corpo e
al contesto, promuovendo
un
comfort
su
misura,
valorizzando il gesto del
rilassarsi come forma di
dialogo attivo e ricettivo
del
paesaggio.
Quando
il
pubblico
attraversa
il
Portego, costeggia la Corte,
si addentra nel giardino
interno, ritrova la medesima
armonia tradotta in volumi
che cercano la profondità con
le prospettive, le linee di fuga
inaspettate unite all’effetto Droste come moltiplicatore di
aperture. Al centro, un’esperienza sensoriale complessa
che propone un’idea di ospitalità osmotica, che non separa
mai l’indoor dall’outdoor, ma li integra in un unico grande
progetto, offrendo la possibilità di abitare l’aperto, una
realtà non definita e non determinata una volta per tutte,
ma sempre in divenire, come il fluire dell’acqua che
Carlo Scarpa, con una geniale intuizione, ha integrato
all’interno del palazzo cinquecentesco affacciato sul
canale e sul Campo Santa Maria Formosa. Per rendere
quasi invisibile il confine visivo tra interno ed esterno,
brilliant coexistence.
The shared tension of “inhabiting fluidly” makes the
Foundation and Edra partners of choice in recounting
spaces as a genuine connector of people, nature and
architecture. The most complete example of this vision is
the Scarpa Area at Querini, a continuum that fuses interiors
and exteriors, with the water of Venice lagoon entering
and leaving architectural spaces to the rhythm of the tide’s
long breath, while the garden, tucked among the buildings
like a hortus conclusus is revealed as a place of incredible
intimacy.
Here,
Carlo
Scarpa’s rational geometries
generate an unexpectedly
soft opening, and invite
contemplation where light
and wind fuse with the
sonorous
and
olfactory
notes of the lagoon. Edra
shares the same attitude, its
systems of seating not simply
furnishings but intelligent
devices, adapting to bodies
and context, promoting a
made-to-measure
comfort
and giving value to the
gesture of relaxation as a
form of active and receptive
dialogue with landscape.
When the public crosses
the Portego, and skirts the
Court to enter the interior
gardens, it finds this same
harmony
translated
into
volumes that seek depth with
perspective, the unexpected
vanishing lines combined
with the recurring Droste effect multiplying openings. At
the centre a complex sensory experience offers an idea of
hospitality that is osmotic, that never separates indoors
and outdoors but integrates them into one large project,
offering the chance to inhabit the outdoors: a reality that
is not defined and determined once and for all but always
becoming, like the flow of water introduced with brilliant
intuition by Carlo Scarpa into the sixteenth-century
building that overlooks Campo Santa Maria Formosa and
the canal. Making the visual boundaries between interior
and exterior almost invisible he used the hyper-local
Edra Magazine n°5
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SPACES