Silvana Annicchiarico.
Architetto e curatrice indipendente, svolge attività di ricerca e critica nell’ambito della storia e della cultura del design. Ha curato numerose mostre in Italia
e all’estero ed è autrice di saggi, volumi e monografie sul design italiano. Ha collaborato con il Ministero degli Affari Esteri per la promozione del design
italiano a livello internazionale; ora collabora con amministrazioni pubbliche per progetti di valorizzazione del patrimonio artistico, artigianale e culturale.
Dal 1998 ha ricoperto il ruolo di Conservatore della Collezione Permanente del Design Italiano presso la Triennale di Milano. Nel 2007 ha fondato il
Triennale Design Museum che ha diretto fino al 2018. Collabora con diverse riviste specializzate, tra cui la “Repubblica”, “Domus” e “Domusweb”, ed è
consulente scientifica per aziende e istituzioni culturali.
Architect and independent curator, she conducts research and criticism in the field of design history and culture. She has curated numerous exhibitions
in Italy and abroad and is the author of essays, books and monographs on Italian design. She has collaborated with the Ministry of Foreign Affairs to
promote Italian design internationally; she now collaborates with public administrations on projects to enhance artistic, craft and cultural heritage. Since
1998, she has held the position of Curator of the Permanent Collection of Italian Design at the Triennale di Milano. In 2007, she founded the Triennale
Design Museum, which she directed until 2018. She writes for various specialist magazines, including “La Repubblica”, “Domus” and “Domusweb”, and
is a scientific consultant for companies and cultural institutions.
E poi c’è On the Rocks, che rievoca le forme scomposte di una
scogliera o di un accampamento primitivo. Non c’è modularità
rigida, ma un invito all’invenzione: ci si siede dove si vuole,
si cambia posizione, si scompone, si ricompone. Anche qui,
il corpo viene prima della funzione. E la funzione non è mai
univoca. Il divano non delimita lo spazio, ma lo espande:
è superficie d’approdo, zattera, rifugio.
Ed è interessante
osservare come, accanto a una natura metamorfica e
cangiante, in Edra ce ne sia un’altra poetica, simbolica,
pacificata. Emblematica in tal
senso è la Flowers Collection di
Masanori Umeda, progettata
nel 1990: poltrone a forma
di fiore che restituiscono lo
stupore dell’infanzia, l’eleganza
del rito, il potere generativo
della bellezza floreale. Getsuen,
giglio lunare nato da un ricordo
personale,
e
Rose
Chair,
rosa sensuale e accogliente,
non si limitano a riprodurre la
natura, ma ne reinterpretano
la delicatezza attraverso la
tecnologia e l’artigianato. Sono
pezzi che portano il sogno
nello spazio dell’abitare. “Mi
considero un vecchietto magico
che fa nascere i fiori”, dice
Umeda. E i suoi fiori, ancora
oggi continuano a fiorire.
La stessa volontà di celebrare
una
natura
armoniosa
e
cangiante
si
ritrova
nella
Collezione A’mare di Jacopo
Foggini, pensata per l’esterno,
ma perfetta anche per ambienti
interni. Sono poltrone, tavoli
e sedie realizzati a mano
in policarbonato puro, con la trasparenza e la leggerezza
dell’acqua. Non si tratta solo di estetica: A’mare è un atto
di amore verso l’ambiente, una dichiarazione di fluidità, un
invito alla contemplazione. Immersi in un paesaggio, questi
arredi si smaterializzano, diventano liquidi, dialogano con la
luce, con l’aria, con il tempo.
E poi c’è Materie, il progetto che
ha elevato il concetto stesso di rivestimento a componente
progettuale. In Edra, la materia non copre: vive. Le collezioni
Minerals, Gems ed Every Stone sono un omaggio esplicito
alla natura nella sua forma più preziosa e durevole. Minerals
è ispirata ai minerali: Oro, Calcite, Ematite … che, con
la loro luce e i loro colori vibranti, hanno la capacità di
riflettere e brillare. Gems si ispira a pietre rare e cangianti:
Malachite, Calcedonio, Zaffiro, Corniola... Ogni tessuto è
multisensoriale, tridimensionale, animato da fili brillanti e
da profondità cromatiche. Every Stone trasforma il marmo
in tessuto. Nove varianti che rievocano pietre naturali – dal
Bianco Statuario al Nero Marquinia – adatte agli esterni ma
poetiche anche all’interno. Sono superfici universali, capaci
di suggerire memoria, forza, durata.
Nel loro insieme, queste
presenze zoomorfe, fitomorfe e lapidarie costituiscono
un’arca domestica, una collezione sentimentale di esseri e
forme che abitano lo spazio come se venissero da un altro
mondo. Non rappresentano semplicemente la natura, ma
ne sono manifestazioni possibili, soglie verso altri modi di
abitare.
La natura, per Edra, non è un repertorio. È una lingua. Non
parla di funzione, ma di relazione. E ogni oggetto, come
nell’enciclopedia di Borges o nell’inventario di Plinio, può
diventare il segno di una classificazione immaginaria, di un
mondo non ancora esistito, ma già desiderato.
Nel design
contemporaneo, la natura torna oggi al centro del discorso
non solo come stilema, ma come urgenza. L’ecologia
diventa una nuova estetica. Le forme organiche, le superfici
imperfette, la logica del mutamento entrano nel linguaggio
del progetto come risposta alla rigidità della tecnica, alla
freddezza dell’automazione. Si cerca una natura non
idealizzata, ma possibile.
Non una nostalgia dell’Eden, ma un laboratorio aperto.
In questo senso, Edra non propone una natura da
rappresentare, ma una natura da costruire.
Da attraversare. Da abitare.
Pack.
Nelle pagine precedenti il divano fotografato
da Massimo Vitali sugli scogli dell’Accademia
Navale a Livorno.
Previous pages, the sofa photographed by
Massimo Vitali on the rocks of Livorno Naval
Academy.
Veronica.
Le poltroncine e il tavolo ammirano il mare sulla
battigia.
The armchairs and table admire the sea on the
shoreline.
On the Rocks evokes the haphazard forms of a cliff or a
primitive encampment, with no rigid modules but an
invitation to invent, sit where you like, change position, take
something to pieces and recompose it. Again, the body
comes before function, and the function is never univocal.
This is a sofa that does not delimit space but expands it, its
surface a raft, a refuge, a landing place.
It is interesting to
observe how, alongside a shimmering metamorphic nature,
there is another in Edra: poetic, symbolic, pacific. The
Flowers Collection, designed
in 1990 by Masanori Umeda,
is emblematic. The flower-
shaped
armchairs
evoke
the wonder of childhood,
the
elegance
of
ritual,
the
generative
power
of
floral beauty. Getsuen, the
moonlit lily born of personal
memory, and the sensual and
welcoming Rose Chair, are
not limited to reproducing
nature
but
interpret
its
delicacy through technology
and
artisan
work.
These
pieces bring dream into our
living spaces. “I consider
myself a magical old man
who makes flowers grow,”
says Umeda. And his flowers
continue to bloom still today.
The same desire to celebrate
harmonious and iridescent
nature is found in Jacopo
Foggini’s A’mare Collection,
designed for the outdoors
but also perfect in indoor
spaces, made up of chairs
tables
and
armchairs
handcrafted in pure polycarbonate with the transparency
and lightness of water. Not only aesthetic, A’mare is an act
of love towards the environment, a declaration of fluidity,
an invitation to contemplate. Immersed in landscapes this
furniture dematerializes, becoming liquid and in dialogue
with light, air and time.
And then there are the Materials, a
project elevating the concept of upholstery to a component
of design process. Edra’s materials do not cover; they are
living. The Minerals, Gems and Every Stone collections are a
declared homage to nature in its most precious and lasting
forms. Minerals is inspired by Gold, Calcite, Hematite and
more, and their ability to reflect and shine with light and
vibrant colours. Gems is inspired by rare iridescent stones
such as Malachite, Chalcedony, Sapphire and Carnelian.
Each fabric is multi-sensory, three-dimensional, brought
alive by brilliant threads and chromatic depths. Every Stone
transforms marble into fabric. Nine variations, evoking
natural stone from Statuary White to Nero Marquinia, are
suitable for outdoor use but also poetic indoors. These
surfaces are universal, capable of suggesting memory,
duration and strength.
Taken together these zoomorphic,
phytomorphic and lapidary presences - of animal, plant
and stone - make up a sort of domestic ark, a sentimental
collection of forms and beings that inhabit spaces as if from
another world. They do not simply represent nature, but are
possible manifestations of it, thresholds towards other ways
of inhabiting.
For Edra, nature is not an inventory but a language: a
language that does not speak of function but of relations.
Each object, as with Borges’ encyclopaedia and Pliny’s
inventory, can be the sign of an imaginary classification,
of a world not yet existing but already desired.
Nature has
returned to the centre of discourse in contemporary design,
not only as a stylistic feature but as an urgency.
Ecology is a new aesthetic. Organic forms, imperfect
surfaces and the logic of mutation have entered the language
of project as a response to technical rigidity and automated
coldness. We seek nature that is not idealised but possible.
Not a nostalgia for Eden but an open laboratory.
Edra proposes nature not as representation but as construct.
Nature to traverse.
Nature to inhabit.
Edra Magazine n°5
40
41
FOCUS