pavimento, trasformando una storia particolare nel racconto uni-
versale di un tempo in cui la modernità e i suoi amuleti hanno fatto
sognare milioni di persone sotto l’ombra di un benessere eterno e
sorridente. Le sue azioni ci sollecitano ad osservare con pazienza
e affetto, riscoprendo il piacere dello stupore silenzioso e privato
di fronte a quei dettagli solo apparentemente insignificanti, ma ca-
paci di generare un’eco profonda nella nostra mente. Sono lavori
sull’abbandono e l’assente, ma anche sulla capacità che hanno alcu-
ni luoghi e oggetti familiari di trattenere una sacralità antica, quasi
primordiale, che lega le nostre memorie al mistero della vita, alla
sua fragilità e imprevedibilità spesso tragica. Nella dimensione lai-
cizzata e consumata del mondo che viviamo non possiamo negare a
una serie di manufatti, spesso anonimi, il potere di legarci a dimen-
sioni altre, più sottili e profonde che possono risvegliare un senso
di meraviglia necessario per cambiare prospettiva sul mondo. Ogni
abitazione ha il potere di aiutarci a esercitare questa potenzialità,
accompagnandoci con discrezione in un esercizio di attenzione e
di amore che il rumore della città non ci può concedere. Ogni og-
getto e ogni manufatto che abitiamo è una time-box da interrogare,
pronta a rivelare momenti e racconti che vale la pena conservare
come viatico per il futuro.
Luca Molinari.
Architetto, critico, curatore, professore ordinario di Teoria e Progettazione architettonica presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli. Direttore
editoriale di “Platform Architecture and Design” è autore indipendente per quotidiani e periodici italiani e stranieri. Dal 1995 al 2019 è stato direttore
editoriale per Skira (Architettura e Design). Ha collaborato per Architettura e Progetti speciali con Marsilio. È stato direttore scientifico del Museo M9
di Mestre (2020-23). Nel 2010 ha curato “AILATI” per il Padiglione Italia della XII Biennale di Architettura di Venezia. Tra le ultime pubblicazioni: “La
meraviglia è di tutti” (Einaudi, 2023) “Dismisura. La teoria e il progetto nell’architettura italiana” (Skira, 2019) e “Le case che siamo” (Nottetempo, 2016 e
2020). Ha curato alcuni podcast per Rai Radio 3 (La Meraviglia, Nove Stanze).
Architect, critic, curator, and tenured professor of Architectural Theory and Design at the Luigi Vanvitelli University of Campania. He is Editorial Director
of “Platform Architecture and Design” and an independent author for Italian and foreign newspapers and periodicals. From 1995 to 2019 he was Editorial
Director of architecture and design for Skira publishing house. He has collaborated on architecture and special projects for Marsilio publishers, and was
Scientific Director of Mestre’s M9 Museum from 2020 to 2023. In 2010 he curated “AILATI” for the Italian Pavilion at the XII Venice Architecture Biennale.
Recent publications include: “La meraviglia è di tutti” (Wonder belongs to everyone) (Einaudi, 2023) “Dismisura. La Teoria e il Progetto nell’architettura
italiana” (Dismeasure. Theory and project in Italian architecture) (Skira, 2019) and “Le case che siamo” (The houses we are) (Nottetempo, 2016 and 2020).
He has edited podcasts for Rai Radio 3, including La Meraviglia, and Nove Stanze.
“Bingo”.
Opera realizzata da Gordon Matta-Clark nel
1974 ed esposta al MoMA di New York.
A work created by Gordon Matta-Clark in
1974, exhibited at the Museum of Modern
Art, New York.
time when modernity, its amulets and charms, made millions
of people dream, in the shadow of benign and eternal well-
being. Clark’s actions should urge us to observe patiently
and with affection, to rediscover the pleasure of silent, priva-
te marvelling before details that may seem insignificant, but
are capable of creating deep echoes in our mind. His works
speak of abandonment and absence, of the ability for certain
familiar places and objects to have ancient, almost primor-
dial, sacrality. They connect our memories to the mystery of
life and its often-tragic fragility and unpredictability. In the
secularised and consumed dimension of the world we live in,
we cannot deny the power of certain artefacts, often very or-
dinary, to connect us with a deeper more subtle dimension,
capable of awakening the sense of wonder we need to change
our perspective on the world. All homes have the power to
help us practise this potential; they are discreetly present
with us in acts of attention and love that city noise does not
allow. Each object and artefact we dwell with is a time-box,
waiting to be interrogated, ready to reveal moments and sto-
ries, worthy of conserving as a viaticum, blessing and provi-
sion, for the future.
Edra Magazine n°4
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FOCUS