UFO, Gruppo 999 e tutti gli altri immaginano altri mondi possi-
bili, gettando semi che oggi sono finalmente fioriti, dal rapporto
con le altre forme viventi all’attenzione all’ambiente.
È il Bolidismo, a metà degli anni ’80, ad ispirarsi a queste idee.
Raccogliendo l’eredità del Futurismo e unendola allo Streamline
americano il movimento ribalta l’estetica dominante nel design
del decennio e propone una visione che si rivelerà profetica. “Il
bolidista tende all’immobilità e alla presenza simultanea in più
luoghi” e la visione della Città Fluida definita come “insieme di
contatti senza limiti fisici” sono la descrizione esatta di quanto
oggi, con computer, rete internet e cellulari, è la quotidianità di
ognuno. Quella fluidità di cui parlava Bauman in relazione alla
società che nel progetto di arredo è simbolicamente rappresen-
tata dal dinamismo delle forme del Tatlin di Edra, progettato nel
1989 dall’esponente del Movimento Bolidista Roberto Semprini
con Mario Cananzi.
Nei decenni successivi i sentieri percorsi dall’Architettura Radi-
cale hanno dato il via ad alcune delle proposte più interessanti del
mondo del design. Massimo Morozzi, una delle anime degli Archi-
zoom, ha lavorato per anni all’interno del sistema design andando
a scovare nuovi designer in giro per il mondo e stimolandoli fino
a far loro produrre progetti fra i più interessanti e innovativi che
sono diventate delle vere icone. In particolare la sua attività come
art director ha trovato nell’azienda Edra il terreno giusto per far
fiorire i semi gettati negli anni dell’Architettura Radicale, a volte
letteralmente, come nei progetti di Masanori Umeda.
Il mondo dell’architettura e il sistema design dovranno affrontare
presto una cosa essenziale: i cambiamenti maturati nell’Antropo-
cene non riguardano solo paesaggi naturali e città. Letteralmen-
te tutto sta cambiando: l’economia, come pensare e fare cultu-
ra, la visione stessa del mondo e del posto dell’uomo nel cosmo.
L’avvento dell’immaginario dell’Antropocene ha trasformato il
tempo e reso di colpo obsolete tutte le regole e gli scenari che
abbiamo usato finora e presto o tardi bisognerà prenderne atto.
Solo dall’inizio del nuovo secolo si è accettata la necessità di av-
vicinarsi a una progettazione che tenga conto di quello che viene
chiamato l’impatto sull’ambiente. La domanda è: cosa deve fare
il progetto ai tempi dell’Antropocene? Oggi è necessario imma-
ginare scenari e dare risposte usando immaginazione e visione.
Maurizio Corrado
Architetto, curatore, si occupa di ecologia del progetto dagli anni ’90, ha lavorato per giornali e televisioni, curato trasmissioni di design per Canale 5 e SKY,
organizzato mostre ed eventi culturali, diretto collane, riviste e strutture di formazione, ha pubblicato oltre venti libri su design e architettura ecologica, con
traduzioni in Francia e Spagna. Ha diretto la rivista italiano/inglese Nemeton High Green Tech Magazine, insegnato all’Università di Camerino, alla Naba di
Milano, all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Verona e Foggia. Con l’Istituto di Cultura Italiana di Melbourne sta curando un progetto vincitore di un bando del
Ministero degli Aff ari Esteri per la realizzazione di un festival sulla cultura italiana a Melbourne nel 2023. Scrive letteratura e teatro.
Architect and curator, Corrado has been involved in project ecology since the 1990s. He has worked for newspapers and television, curated design programs
for Canale 5 and SKY, organised exhibitions and cultural events, directed series, magazines and training structures, and published over twenty books on
design and ecological architecture, with translations into French and Spanish. He directed the Italian/English magazine Nemeton High Green Tech Magazine,
and has taught at the University of Camerino, Naba in Milan, and the Academies of Fine Arts in Bologna, Verona and Foggia. With the Italian Cultural Institute
in Melbourne he is curating a project that won a tender from the Ministry of Foreign Aff airs for the creation of a festival of Italian culture in Melbourne in 2023.
He writes literature and theatre.
Architetto, curatore, si occupa di ecologia del progetto dagli anni ’90, ha lavorato per giornali e televisioni, curato trasmissioni di design per Canale 5 e SKY,
organizzato mostre ed eventi culturali, diretto collane, riviste e strutture di formazione, ha pubblicato oltre venti libri su design e architettura ecologica, con
Tatlin
di Roberto Semprini e Mario Cananzi al
Museo degli Innocenti a Firenze.
by Roberto Semprini and Mario Cananzi,
seen here at the Museo degli Innocenti,
Florence.
Archizoom, UFO, Gruppo 999 and many others imagined possi-
ble other worlds, sowing seeds that are finally giving fruit today,
in areas from relations with other living things to caring for the
environment. The Bolidismo movement of the mid 1980s was in-
spired by these ideas. By taking up the legacy of Futurism and joi-
ning it with American Streamline the movement overturned the
decade’s dominant design aesthetic and offered a vision that pro-
ved prophetic. “The bolidista strives for immobility and simul-
taneous presence in several places” together with the vision of
Fluid City, defined as “an ensemble of contacts without physical
limits” are exact description of everyone’s daily life today, with
computers, internet and cell phones. The fluidity coined by Bau-
man in relation to society is symbolically represented in Edra’s
furnishing project by the dynamism of form in works like Tatlin,
designed in 1989 by Roberto Semprini, exponent of the Movi-
mento Bolidista, together with Mario Cananzi. In the following
decades Radical Architecture developed in ways that led to some
of the design world’s most interesting proposals. Massimo Mo-
rozzi, one of the minds behind Archizoom, worked for years in
the design system looking for new designers around the world,
and stimulating them to produce some of the most interesting
and innovative work in projects that have become true icons. In
particular, in his work as an art director, Morozzi found in the
Edra company the right terrain for seeds sown during his Radical
Architecture years to flourish, sometimes literally, as with Umeda
Masanori’s projects. Very soon the architectural world and de-
sign system will have to face up to something essential: changes
that have come about during the Anthropocene are not only re-
lated to natural landscapes and to cities. Literally everything is
changing: the economy, how we think and create culture, our very
vision of the world and the place of human beings in the universe.
The advent of an Anthropocene imaginary has transformed time,
and all the rules and scenarios we have worked with until now are
suddenly obsolete: sooner or later we will have to take note. Only
since the start of the new century has there has been an acceptan-
ce of design approaches that take account of what is now called
environmental impact. The question is: what should a project do
in the Anthropocene era? Today we need to imagine scenarios,
and give answers, using our imagination and vision.
Edra Magazine n°3
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FOCUS