38
39
Green to white: l’impegno
per produrre qualità e
benessere certificati,
rispettosi dell’ambiente
e del futuro
Fabio Iraldo
Coordinatore del Green Economy Observatory-Università Bocconi e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Coordinator of the Green Economy Observatory - Bocconi University and Scuola Superiore Sant’Anna of Pisa
Imprese che trasformano il proprio modo di
produrre, approvvigionarsi e vendere, consumatori
che cambiano radicalmente le proprie scelte di
acquisto e istituzioni che facilitano e incentivano
questa trasformazione: è questo il senso profondo
della Green Economy e del contributo che essa può
dare allo sviluppo sostenibile.
La necessità di garantire prospettive di sostenibilità
allo sviluppo costituisce presupposto e fondamento
di una parte sempre più rilevante delle strategie delle
imprese, dei comportamenti sociali e delle dinamiche
economiche delle società contemporanee. Molte
definizioni di “sviluppo sostenibile” sono state
proposte nel corso dell’ultimo ventennio ma, di
queste, poche risultano essere rigorose e capaci di
aggregare un vasto consenso tra studiosi, decisori
politici e operatori aziendali.
Al di là delle differenze terminologiche, tuttavia (che
pure danno conto della ricchezza di approcci con
cui è stato trattato il tema della sostenibilità), ad
essere largamente condivisi sono i princìpi di base
che hanno ispirato questo concetto e oggi iniziano a
guidarne l’attuazione in diversi campi dell’agire delle
persone e delle imprese.
Negli ultimi anni, in particolare, si è venuta
delineando una diversa visione del rapporto tra
imprese e ambiente, al crescere della consapevolezza
che le risorse naturali e l’accettabilità sociale
sono, esattamente come gli altri fattori produttivi,
risorse da utilizzare al meglio e, possibilmente, da
“riprodurre” nel tempo per garantire la sopravvivenza
di un’azienda. Questa consapevolezza è maturata in
molti imprenditori grazie alla loro capacità di valutare
positivamente il fattore “ambiente”.
Un primo “salto di qualità”, in questo senso, è
consistito nel riconoscere un ruolo fondamentale,
nelle dinamiche di crescita dell’azienda, alle risorse
naturali e ambientali, il deterioramento del quale può
mettere a repentaglio la capacità di competere, di
stare sul mercato e perfino di operare dell’azienda
stessa. Le inefficienze legate alla sottovalutazione
del valore dell’ambiente emergono quotidianamente
dalla cattiva gestione degli impatti ambientali e dei
rischi o dalla mancata valorizzazione di opportunità
economiche ad essi legate. Molti imprenditori hanno
capito questi rischi e vogliono superare questa
prospettiva.
Interessante a questo proposito è la riformulazione
del
concetto
di
“inquinamento”
proposta
da
Michael Porter, guru del management aziendale,
il quale sostiene che l’impresa deve interpretare
ogni emissione di sostanze dannose, di energia e di
materiale potenzialmente riciclabile come un segnale
che le risorse a sua disposizione sono state utilizzate
in modo incompleto, inefficace o inefficiente.
L’inquinamento generato implica, infatti, dei costi
per l’impresa o per i consumatori. Considerare questi
costi come vincoli “imposti” all’attività d’impresa, in
linea con la visione “tradizionale”, è un errore, perciò
le azioni di miglioramento ambientale che portano
ad una loro riduzione vanno viste come opportunità
per innalzare la produttività delle risorse aziendali e
la sua stessa capacità competitiva.
Ma il rapporto tra ambiente e competitività, negli
anni più recenti, ha mostrato aspetti ancora più
positivi. Le imprese più innovative oggi cominciano,
infatti, a sperimentare vantaggi e benefici economici
derivanti dal miglioramento delle proprie prestazioni
ambientali: risparmi energetici, riduzioni nei costi
delle risorse e delle materie prime, recupero dei
materiali di scarto, valorizzazione economica dei
residui di lavorazione nella logica dell’economia
circolare e così via.
Un ulteriore “salto di qualità” nel rapporto tra le
imprese e l’ambiente è poi avvenuto grazie alla
maturazione di nuove esigenze e aspettative nei
contesti sociali ed economici in cui l’impresa opera
(la sua comunità locale, il mercato di sbocco dei
propri prodotti, ecc.). Oggi un numero crescente di
imprese, infatti, si attiva nella ricerca di opportunità
DORELAN HA CONDOTTO L’ANALISI LIFE CYCLE
ASSESSMENT (LCA) PER VALUTARE E COMUNICARE LE
PERFORMANCE AMBIENTALI DELLE SUE PRINCIPALI
LINEE DI PRODOTTO E PER MIGLIORARE LE SUE ATTIVITÀ
IN OTTICA DI UN SEMPRE MAGGIOR RISPETTO PER
L’AMBIENTE.
DORELAN CONDUCTED THE LIFE CYCLE ASSESSMENT (LCA)
TO EVALUATE AND COMMUNICATE THE ENVIRONMENTAL
PERFORMANCE OF ITS MAIN PRODUCT LINES AND TO
IMPROVE ITS ACTIVITIES IN ORDER TO FOCUS ON ITS
ENVIRONMENTAL AWARENESS.