più di 30 operai. In radio c’è “Tutto il calcio minuto per minuto” con il secondo
tempo delle partite, è domenica pomeriggio e come sempre Romano e Cesarina
preparano le pelli e i tessuti per cominciare la produzione del lunedì; intanto i loro
3 figli, Alberto, Stefano e Varinia, giocano agli indiani e ai cow boys nel laboratorio,
tra sparapunti e cuscini di gomma piuma, respirando il profumo di quella che
sarebbe stata la loro vita da grandi. Alla fine degli anni ’70 c’è un cambio di passo:
Cierre viene a contatto con uno dei grandi gruppi di acquisto francesi che
imperversavano nella grande distribuzione e avevano assoluto bisogno di
collaborare con produttori di divani. Il distretto di Forlì è attraente per l’ottimo
rapporto qualità/prezzo che è in grado di offrire e Cierre è tra le prime aziende a
cogliere questa nuova opportunità. Gli anni ’80 sono tutti caratterizzati da questa
espansione dell’azienda in termini commerciali, crescono i volumi di produzione e
il numero di risorse che arrivano a sfiorare le cento unità. Entra in azienda la
seconda generazione, i figli di Romano e Cesarina, che avevano sentito l’odore del
laboratorio sin da bambini, quando quasi per gioco avevano imparato a fare bottoni
con gli sfridi dei tessuti e delle pelli, poi da adolescenti, partecipando alle consegne
fuori dall’Italia. Ed ora, da dipendenti più maturi, si innamorano di Cierre di giorno
in giorno, senza imposizioni, ma assumendo progressivamente ruoli decisionali,
fino a diventare soci, appena raggiunta la maggiore età. Dopo anni di gavetta in
fabbrica, si evolve la loro formazione, con il peso di essere i “figli di” ma con la
libertà di sbagliare e ricominciare, per fare meglio; un percorso sorretto da un
grande senso di responsabilità sociale, ma anche dalla consapevolezza che
all’azienda bisogna voler bene, perché restituisce benessere alla famiglia e a tutta
la forza lavoro. Sono questi gli anni in cui Cierre vende in Italia con il suo marchio
e una forte distribuzione capillare sul territorio nazionale, ma soprattutto in Europa
con il marchio di noti gruppi d’acquisto, belgi e francesi, che fanno parte
dell’universo della pelle. Nell’ottobre dell’87 Cierre fa un salto di qualità dal punto
di vista manifatturiero perchè inizia a produrre in proprio tutte le parti delle
imbottiture del divano: cuscini, schienali e parti asportabili del salotto. Nel 1990
nasce il grande stabilimento di via Ansaldo a Villa Selva, Cierre adegua i suoi
macchinari allo stato dell’arte e diventa un punto di riferimento importante per
gruppi d’acquisto francesi e ora anche tedeschi. Al contempo l’azienda porta al
suo interno la messa in bianco del fusto e in modo naturale comincia a sviluppare
una propria linea di divani personalizzata, forte della profonda esperienza acquisita
nella lavorazione della pelle. Romano ricorda gli anni ’90 come gli anni in cui
bisognava saper produrre, saper fare, concentrarsi sulla qualità del prodotto,
perché poi quel prodotto di qualità si sarebbe certamente venduto. Il 2000 cambia
tutto, specie in Italia, dove i divani più apprezzati sono in tessuto, non in pelle, e il
prezzo sempre più spesso viene fissato al ribasso dal mercato; questo è l’anno in
cui Cierre si pone l’obiettivo di far conoscere il suo marchio fuori dall’Italia. Ci sono
i presupposti e le conoscenze per farlo, c’è la robustezza della struttura aziendale
finalmente ottenuta grazie al contributo della seconda generazione, i tre figli
Alberto, Stefano e Varinia, ciascuno con le sue idee originali e i suoi punti di forza,
all’interno di un percorso formativo eclettico, che parte sempre dalla produzione e
finisce per consolidarsi in aree specifiche dell’azienda. Alberto assume un ruolo
polivalente: si occupa della contabilità e del rapporto con le banche, attività che
prima erano in capo alla madre Cesarina, ma al tempo stesso intraprende la messa
a punto del sistema gestionale e informatico, che regolano il ciclo attivo e passivo
dell’azienda. Stefano fa un percorso trasversale: mette a frutto la lunga gavetta in
produzione e l’esperienza maturata a contatto con la principale conceria di
riferimento dell’azienda e questo gli permette di approfondire gli aspetti della
modellistica e della progettazione, ma soprattutto quello della lavorazione della
pelle, dall’acquisto dei grezzi alla loro trasformazione. Allo stesso tempo Stefano
impara le lingue e comincia a ricoprire ruoli fondamentali sia in ambito commerciale,
soprattutto nel mercato estero, che nella gestione delle relazioni dell’azienda con i
clienti e con importanti gruppi di acquisto. Varinia, dopo una collaborazione nella
gestione delle attività amministrative, prende il controllo di un ramo di Cierre che
commercializza accessori per la casa. Tutti e tre affrontano meeting importanti e
opportunità di sviluppo commerciale con la leggerezza della gioventù, lo stesso
spirito che li anima quando accompagnano tutti gli operai e le loro famiglie in viaggi
premio in Tunisia o in Francia. C’è l’esperienza acquisita negli anni sugli strumenti
e le logiche di distribuzione, c’è un network costruito partecipando alle numerose
fiere e venendo in contatto con tante persone esperte del settore e provenienti da
tante parti del pianeta. “Il tuo concorrente non sono io” - dice Romano a quelli di
Forlì che fanno il suo stesso mestiere - “il tuo concorrente è il Mondo”. E intanto
punta sulla comunicazione, sul ruolo della famiglia all’interno dell’azienda e sul
concetto di azienda come famiglia. Romano comprende che questa sfida può
essere affrontata e vinta accettando con umiltà l’idea che si può avere successo
solo collaborando, solo mettendo a frutto il meglio che ciascun membro della