anche nei suoi complessivi settant’anni
di esistenza, la sua entità reale è rimasta,
per così dire, sempre “invisibile”
ai più, mentre viceversa a continuato
a diffondersi l’aura di questa “fantasia
di precisione”, come Gio Ponti
puntualmente definì il “modo”
di Albini. Per Franco Albini il Veliero
rimase sempre un prototipo ideale
su cui lavorare per migliorare le sue
prestazioni statiche e di portanza.
Una traccia molto significativa di questo
continuo ripensamento sul tema della
libreria Veliero la riceviamo dalla stessa
mano Albini che nel 1942 disegna una
soluzione più alta con due diversi tipi
di pennoni (uno con delle forature
di alleggerimento che potrebbe far
pensare a una versione in un metallo
leggero, come l’alluminio), i piani in vetro
Securit distribuiti con rapporti variabili
Soggiorno di casa
Albini in via De Togni
dove compare per
la prima volta la libreria
Veliero, 1940. /
The living room, via
De Togni, the original
home of the Veliero
bookcase, 1940.
HISTORY
C
34
–
35
STORIA
Ma quando l’architettura giunge a questo
punto, le basta un giorno per vivere.”
In effetti se il Veliero ha incarnato a un
certo punto una dimensione quasi mitica,
lo deve anche al fatto di essere stato
conosciuto quasi esclusivamente come
un’immagine ideale, non erosa dal tempo,
come d’altra parte è successo a tutti
i più famosi allestimenti provvisori che
hanno fatto la storia dell’architettura
moderna: pensiamo al padiglione
dell’Esprit Nouveau a Parigi nel 1925
di Le Corbusier, al Padiglione
di Barcellona nel 1929 di Mies van
der Rohe, al padiglione finlandese
di Alvar Aalto a New York nel 1939,
e a tutti i magnifici allestimenti negli
anni Trenta alle cosiddette Triennali
“razionaliste” a Milano, compresi quelli
di Albini, per citarne solo alcuni. D’altra
parte ricordiamo che il Veliero, come
oggetto reale nell’unico esemplare
realizzato, è stato visto solo da coloro
che hanno frequentato la casa di Albini
nel periodo compreso tra il 1940
e il 1965 circa. Il Veliero venne costruito
in un solo pezzo per entrare come fulcro
nello spazio di soggiorno della casa
dell’architetto Albini in via De Togni
a Milano, e lì vi rimase in funzione per
poco più vent’anni, fin quando una forte
risonanza sonora, creata da un impianto
musicale a volume alto, mandò in frantumi
numerosi ripiani in vetro della libreria,
determinandone il “collasso”
e il conseguente crollo. Da allora
il Veliero è stato rimesso in piedi una
sola volta, per pochi mesi nel 1979,
in occasione di un’importante mostra
allestita per celebrare l’opera di Albini
venuto a mancare nel 1977. Quindi per
circa quarant’anni il Veliero non è stato
più fisicamente visibile, e comunque