Cassina 1965
L’obiettivo di un’azienda come Cassina
nel percorso italiano di ricerca e di
aff ermazione del moderno fu lo strumento
attraverso il quale le “architetture minori”
di Le Corbusier ,Pierre Jeanneret, Charlotte
Perriand raggiunsero una divulgazione
e una conoscenza a più vasta scala.
L’accesso di un’azienda come Cassina nel
percorso italiano di ricerca e di aff ermazione
del moderno, ancora in fi eri negli anni
Sessanta, si era delineato già nel dopoguerra,
quando le collaborazioni qualifi cate
con architetti quali Albini, Parisi, De Carli
e soprattutto Ponti orientavano la produzione
verso soluzioni innovative con un linguaggio
connesso alla nuova cultura industriale
La strategia aziendale nasceva dalla
lungimiranza di Cesare Cassina, fondatore
dell’azienda con il fratello Umberto
nel 1927: una personalità unica che,
con un fi uto leggendario, per primo creò
in Italia una produzione industriale del mobile.
L’inserimento nel catalogo Cassina degli
arredi della collezione Le Corbusier (Pierre
Jeanneret, Charlotte Perriand) segnò nel
1965 un tassello fondativo nella costruzione
di questa collezione emblematica del design
“all’italiana”, aperto a tutti i linguaggi e quindi,
in un certo senso, suscitatore
di multiculturalità. La frequentazione assidua
di architetti, intellettuali quali Dino Gavina
o raffi nati editori come Bruno Alfi eri avevano
portato Cesare Cassina a cogliere
nella possibile produzione degli arredi
di uno degli ormai riconosciuti Maestri
In its quest to explore the concept of
modernity and promote it in Italy, the goal of
a company like Cassina was the tool whereby
the “lesser known works” of Le Corbusier,
Pierre Jeanneret and Charlotte Perriand
was revealed to a much wider audience.
The approach of a company like Cassina
had already been clearly established in
the immediate aftermath of the war when
it collaborated with leading architects like
Albini, Parisi, De Carli and especially Ponti
in its quest to explore the concept
of modernity and promote it in Italy.
This approach continued throughout the
sixties with production focused on fi nding
innovative solutions as an expression of the
new industrial culture that had sprung up.
Cesare Cassina established the company
with his brother Umberto in 1927, and he was
the one who had the foresight to adopt this
strategy. He was a unique character with
a legendary nose for business, and was the
fi rst to start producing furniture in Italy on an
industrial scale. The addition of furniture from
the Le Corbusier (Pierre Jeanneret, Charlotte
Perriand) collection to the Cassina catalogue
was a crucial element in the construction
of this iconic “Italian” design collection
in 1965, open to a number of diff erent
infl uences and which could be considered
as a precursor to multi-culturalism.
This close collaboration with architects
and intellectuals such as Dino Gavina
or esteemed art critics like Bruno Alfi eri
persuaded Cesare Cassina to consider
ita
eng
del Moderno un’opportunità. Un’opportunità
colta da Cassina dopo il rifi uto da parte
dello stesso Gavina di fare con questi arredi
quello che egli aveva fatto con gli arredi
di Marcel Breuer nella convinzione di attuare
un rinnovamento estetico del prodotto
industriale attraverso autori dall’indubbia
e nota formazione. Questo rifi uto fu motivato
da Gavina con l’inadeguatezza di tali
arredi ad essere realizzati industrialmente
in quanto necessitavano a suo avviso
di troppe lavorazioni e saldature manuali.
La presentazione uffi ciale della collezione
avvenne pochi mesi dopo la morte
di Le Corbusier stesso avvenuta nell’agosto
del 1965: in mancanza di uno spazio proprio
(il negozio Cassina fu aperto successivamente
nel 1968 su progetto di Mario Bellini nel centro
di Milano ) il luogo della presentazione fu la
Sala Espressioni dell’Ideal standard, spazio
milanese pioneristico progettato da Gio Ponti
per attività culturali. Per questa occasione
fu realizzato una catalogo: un documento che
raccoglieva contributi importanti per spiegare
il signifi cato profondo di questa proposta.
Tra questi quello di Bruno Alfi eri che defi nendo
gli arredi proposti come “mobili disegnati
nel 1928 per il mondo di oggi e di domani”
già declinava questi prodotti come classici:
un “ rappel à l’ordre” per favorire nella
progettazione contemporanea una rifl essione
continua sui modelli che si distinguevano per
esemplarità di contenuti e qualità esecutiva.
In sintesi l’acquisizione di autori come
Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte
availing of the opportunity to produce
furniture by one of the most renowned
masters of modernism. Cassina took this
opportunity after Gavina refused to emulate
what he had done with Marcel Breuer’s
furniture in the belief that it represented the
aesthetic revival of industrial products using
designers of indisputable pedigree. Gavina
justifi ed his refusal by saying that this type
of furniture could not be manufactured at
industrial level since he believed that it was
too complicated, requiring too much manual
labour. The collection was offi cially exhibited
just a few months after the death
of Le Corbusier in August 1965: since Cassina
did not yet have its own store (the Mario
Bellini-designed Cassina store was opened in
the centre of Milan in 1968), it was introduced
at the Ideal Standard Sala Espressioni,
an innovative space designed by Gio Ponti
for cultural activities in Milan.
A special catalogue was prepared which
included contributions from the leading
fi gures of the day to explain the importance
of the event. One of the contributors was
Bruno Alfi eri who wrote that it represented
“furniture designed in 1928 for the world
of today and tomorrow”, indicating that
he already believed these pieces to be
classics: a “rappel à l’ordre” that would
encourage contemporary design to follow
the example of models that stood out due to
their exceptional nature and high production
quality. The addition of designers like
Le Corbusier, Pierre Jeanneret and Charlotte
Perriand, nel portfolio della collezione sanciva
in maniera esplicita l’operato svolto
fi no ad allora dall’azienda.
L’operazione suscitò non poche polemiche
e inizialmente il mercato non rispose subito
a questa sollecitazione. La società italiana
degli anni 60’ stava assimilando la modernità:
sarà soprattutto negli anni successivi dopo
la metà degli anni ’70, che l’intuizione
di Cassina – che aveva scommesso sul fatto
che al mobile moderno si sarebbe aperto
un reale mercato in vista del rinnovamento
della casa italiana rispetto ai modelli
tradizionali. (acquistare un mobile moderno
diventerà simbolo di adesione ai nuovi e
moderni comportamenti) –, sarà recepita
da un più vasto pubblico. Anzitutto
da un pubblico colto ma anche da parte
di un pubblico alla ricerca di un’appartenenza
ad un élite. Il successo commerciale
della collezione, andò di pari passo con
l’internazionalizzazione dell’azienda e portò
alla rapida crescita e imitazione del fenomeno
da parte di altre realtà produttive, aprendo
la strada anche ad iniziative di contraff azione
deleterie per il mercato. A tutela dei diritti
d’autore subentrò la Fondation Le Corbusier
nata a Parigi per la conservazione
e la diff usione dell’opera di Le Corbusier
a cui si aggiunsero presto i co-autori;
in particolar modo fu fondamentale
il contributo di Charlotte Perriand a partire
dal 1978 sino alla sua morte nel 1999, a cui fece
seguito la fi glia Pernette Perriand,
sua erede universale.
Perriand to the portfolio clearly confi rmed
the quality of the work that had been carried
out to date by the company.
This deal became a subject of hot debate
and the market did not respond well initially.
The Italian public was just starting to come
to terms with modernity in the 1960s, but
it was only after the mid 70s that Cassina’s
business idea began to bear fruit with
the broader public. He had placed his bets
on the notion that the market for modern
furniture would explode in Italy as people
began to move away from traditional ideas
in home furnishings to embrace more modern
concepts (buying modern furniture would
symbolise the adoption of newer, more
modern lifestyles). These concepts were
especially embraced by the more cultured
public and those aiming higher
in their ambitions. The commercial success
of the collection went hand in hand
with the increasing internationalisation
of the company, leading to rapid growth
and to other production companies copying
the concept. This in turn led to imitations
which ultimately harm the market.
The Fondation Le Corbusier was set up
to protect the copyright. It was established
in Paris to preserve and promote the work
of Le Corbusier and his co-designers;
the contribution by Charlotte Perriand was
very important, which began in 1978
and continued to her death in 1999, followed
by her daughter Pernette Perriand, her heir.
01.
Advertising on Corriere della sera
September 30th 1965.
02.
The entrance of the Cassina showroom
in Milan with, in foreground, the LC4 model, 1968.
© Cassina historical archives
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