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Cos’è uno specchio? Ci sono risposte
tecniche. Ci sono risposte fantastiche. Ci sono
risposte poetiche. Ron Gilad ha costruito con
questa serie di specchi una nuova splendida
generazione di risposte a una domanda che
s’intaglia da sempre nelle curiosità infantili,
nei desideri degli adulti, nel bisogno di
amplificare lo spazio degli architetti.
La sua è una risposta illusonistica, e insieme
analitica: apre, smonta, risistema gli elementi
basilari dell’oggetto specchio.
Ognuno degli elementi di questa serie, infatti,
è inscritto in una cornice di frassino, bianco
o nero, e ognuno si estende in superfici
e forme differenti: oblunghe, rettangolari,
quadrate. Ma tutti mettono in scena un trucco
che a un tempo solo definisce e tradisce
la funzione dello specchio.
Ogni quadro di questa idiosincratica
collezione di immagini possibili, chiamato
con nomi fantasiosi e misteriosi, è difatti
composto di due lamine, una laccata e una
specchiante: attraverso tagli, mascherine,
aperture, griglie e sfumature, sovrapposizioni
e oblò accennati, si producono nella superficie
feritoie impercettibili — finestre minuscole
affacciate sul mistero profondo di dover
riflettere il mondo.
Gianluigi Ricuperati
What is a mirror? There
are technical answers.
There are fantastical
answers. There are poetic
answers. With this series
of mirrors, Ron Gilad has
created a splendid new
generation of answers
to a question that has
always been engraved in
childhood curiosity, in the
desires of adults and
in the need by architects
to enlarge space.
His is an illusionist answer,
an analytical set of replies:
he opens, dissembles and
reworks the basics
of the mirror.
Each of the elements
in this series is, in fact,
inscribed in a frame
of black or white ash,
and each one extends
into different surfaces
and shapes: oblong,
rectangular, square.
But they all feature a trick
that defines and betrays
the mirror function, at one
and the same time.
Each picture in this
idiosyncratic collection of
possible images with their
ingenious, mysterious
names, is actually
made up of two films,
one lacquered and
one reflective: cutting,
templates, openings,
grilles and shading,
layering and implied cut-
outs create imperceptible
slits on the surface, tiny
windows looking into the
deep mystery of having
to reflect the world.
Gianluigi Ricuperati
Intro