«Eccoci arrivati al Padiglione Sonsbeek, un padiglione per la scultura
nell’omonimo parco. Si trattava di un edifi cio temporaneo per una
manifestazione biennale o triennale. Non ricordo esattamente quale fosse.
Ho usato i mattoni. Quelli che nelle case sono impiegati per le pareti interne
e li ho solo inclinati. E li ho forati come si fa nei solai in cemento per ragioni
strutturali, così ne ho enfatizzato il carattere e ho creato una bella superfi cie
porosa che non fosse troppo rude. Nel rapporto con la natura, né troppo lieve
e insieme desse un senso di apertura. Questo è il modello. Non bisogna star
lì a pensare troppo a lungo su questo genere di cose. Ero sul treno dopo aver
parlato con il mio committente e ho fatto il modello – per puro caso avevo
con me un paio di forbici e un pezzo di cartoncino. Sono tornato a casa con
il modello e subito dopo ho costruito il padiglione. È stato un piacere allo stato
puro e le sculture, sorprendentemente, sembra che abbiano trovato la loro
casa naturale. È un pezzo di architettura che posso realmente chiamare arte
dello spazio aperto.»
ITA
Gerrit Thomas Rietveld
in occasione della retrospettiva sul suo lavoro allo Stedelijk Museum,
Amsterdam, 1959
© CMU/ Pictoright, Amsterdam
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Cassina
Gerrit Thomas Rietveld