48
In photo: Fleuron Lounge
Uno sguardo
del tutto friulano
Il Friuli Venezia Giulia è una regione meravigliosamente
complessa, ricca di sfumature culturali, di energie
e tensioni diverse — politiche, sociali, economiche —
che confluiscono in un’identità collettiva e in una morfologia
territoriale unica nel suo genere. È il risultato di una lunga
e intensa stratificazione storica, punto nevralgico durante
i due conflitti mondiali. Fatta di paesaggi eterogenei,
il mare Adriatico, le Alpi, il Carso, il fiume Tagliamento,
è una regione osmotica, dove i confini con le adiacenti
nazioni si sfumano e si annullano, tanto da risultare, alle
volte, quasi invisibili.
Una regione in cui l’architettura ha avuto un ruolo
fondamentale nel corso del XIX secolo e del XX secolo,
ma che per decenni è stata poco valorizzata e che oggi
viene esaltata secondo nuovi punti di vista. L’architettura
moderna friulana infatti è sempre stata considerata come
la “sorella meno brillante” di quella veneta, oscurata dalla
potenza progettuale della “Scuola di Venezia”. Inoltre, in
tempi recenti la mancanza di interventi di architettura
contemporanea, dalla piccola alla grande scala, non ha
di certo aiutato a valorizzare la storia dell’architettura
di questa regione così complicata e interessante allo stesso
tempo, proprio per la sua osmosi territoriale e culturale
con i paesi limitrofi.
Lasciati nell’ombra, dimenticati dalla critica e dalla
storia dell’architettura, molti maestri friulani vengono oggi
riscoperti grazie ad operazioni mediatiche e grazie all’uso
di queste architetture come scenografie di editoriali, video,
servizi fotografici. Si pensi per esempio a Marcello D’Olivo.
Studente di Giuseppe Samonà e Carlo Scarpa allo IUAV di
Venezia, D’Olivo porta avanti la sua attività di architetto
affiancandola a quella di pittore e al suo amore per gli studi
di matematica, di fisica e di statica. Le sue architetture,
come le ville Spezzotti e Mainardis e l’intero piano
regolatore a spirale di Lignano Pineta si ispirano alle forme
sinusoidali derivate proprio dalla passione per le scienze delle
costruzioni e le scienze esatte. Un organicismo dove le forme
concave e convesse, spesso presenti nei suoi progetti, sono
forme discendenti dalla ricchezza del mondo naturale quanto
dalle scienze matematiche.
di Bianca Felicori