•Asilo Sant’Elia di Como (1936-1937)
Ma ciò che a me piace in modo particolare, tra tutto ciò
che ha fatto e detto, è questa stupenda testimonianza
di attaccamento fortissimo al lavoro, un’attitudine che
pretende l’eccellenza senza se e senza ma.
Sentite cosa disse di lui un collega architetto che lo
conosceva bene:
“Quando arrivavano le lastre della facciata, Terragni si
presentava in cantiere il mattino presto: sai, faceva mettere
due cavalletti, guardava la lastra e, se aveva un difetto, con
un martello la spaccava!
Perché – diceva – se dico che non va […] il capomastro:
Sì, sì, Non la mettiamo! la mette da parte, ma appena giro
le spalle la rimette, e una volta in opera non la si può più
togliere, perché vanno giù anche le altre…”.
Le spaccava; era forte ed era molto severo; aveva ragione:
devono essere così gli architetti.
Sono molti gli insegnamenti che ci vengono da Meda e dalla
sua storia: quello di Giuseppe Terragni è tra i riferimenti
più alti, che illuminano il percorso di tutti coloro – e sono
tantissimi – che portano avanti, ognuno con il proprio
percorso, il lavoro che rende Meda la Design Capital
mondiale.
Il sogno di BertO è quello di rendere disponibile il “saper
fare” della città più importante al mondo per il design:
Meda.