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Abbiamo invitato Paola Navone a Murano per una
ragione molto semplice: sviluppare insieme un‘installa-
zione “esagerata” che testimoniasse, una volta di più,
ma non solo, la nostra capacità a “fare vetro”. Vetro ve-
ro, vetro che emoziona, vetro che stupisce, vetro senza
compromessi. Insomma: vetro come da sempre noi lo in-
tendiamo. Lavorare con Paola Navone non è stato diffi-
cile, ci siamo intesi subito. La nostra indicazione iniziale
era semplice e chiara: partire da oggetti della nostra col-
lezione per poi portarli dove il progetto creativo avreb-
be deciso di farli arrivare, senza limiti predeterminati.
Paola poteva andare dove voleva, liberando tutta la sua
creatività in piena autonomia e libertà, per arrivare a
quell’obiettivo “esagerato” che ci stava a cuore. Così è
avvenuto. Le nostre nuove creazioni luminose, i nostri lam-
padari, le nostre lampade da tavolo sono stati, di volta
in volta: ingranditi, deformati, ripetuti all’infinito e colo-
rati solo di blu e in tutte le tonalità del blu.
La naturale attitudine di Paola Navone alla contamina-
zione tra culture e mondi diversi, a volte molto distanti,
ha generato un’atmosfera da fiaba, in un ambiente sen-
za luce dove vetri blu, migliaia di led, fondali di legno o
di specchio, piccoli oggetti curiosi hanno creato un mon-
do magico che il visitatore ha attraversato come in un
labirinto incantato. Un mondo incantato che è poi an-
che il nostro mondo. Perché, tutti lo sappiamo, nel DNA
del vetro la magia è una costante. Una magia che Baro-
vier&Toso inventa e realizza da 700 anni.
We invited Paola Navone to Murano for quite a simple
reason: to develop an “over the top” installation that
would bear witness once again, to our skill at “making
glass” and then some. Real glass thrills you, it amazes
you: glass without compromises. In a word: this is the
glass as we have always meant it. Working with Paola
Navone was easy: we understood each other right away.
Our initial indication was clear and simple: start with ob-
jects in our collection and take them wherever her crea-
tive design led them, without any set limitations. Paola
could go wherever she wanted, liberating her entire crea-
tivity in complete independence and freedom, so she
could get to that “over the top” objective our hearts we-
re set on.
That is just what happened. Our luminous new creations,
our table lamps and chandeliers were enlarged, defor-
med, repeated ad infinitum; everything was not just
blue, but all the hues and tints and shades of blue. Pao-
la Navone’s natural knack at blending different worlds
and even quite distant cultures, created a fairy-tale-like
atmosphere. Blue glass, thousands of light diodes, wo-
od and mirror backdrops, and curious small objects crea-
ted a magical world in an unlit environment. The visitors
walked through it like an enchanted labyrinth. This en-
chanted world is also our world. We all know that ma-
gic is a constant in glass’s DNA. This is the magic that
Barovier&Toso has been creating for 700 years.
Jacopo Barovier
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Every design starts with an encounter. The idea of this
Blue Adventure started at a meeting with Jacopo Baro-
vier. Rare complicity between imagination and produc-
tion made it possible to stage BLUE. I have two special
memories from my first visit to the glass factory. The first
is a spectacular family tree of the Baroviers who have be-
en working glass in Murano since 1295. My second me-
mory is Ercole Barovier’s 1927 wee-fellow lamp, created
for his son Angelo who did not want to sleep in the dark.
The BLUE project developed in the overlap between the-
se two memories. The Barovier family tree was made of
130 different little amulets, each dedicated to a family
member. Every small talisman was made of a chunk of
colored glass and uncountable shards of life. BLUE be-
came a string of rooms where lamps, lights, and glass
fragments multiplied, overlapped, and accumulated. Mi-
xing precious things with factory materials where glass
cohabits was easy. Weathered wood and rusted iron
structures surrounded these marvels in glass. In addi-
tion, each object became part of the other’s staging.
Blue was everywhere: Delft Blue, Cobalt Blue, Aquama-
rine, Indigo, Prussian Blue, Ultramarine, International
Klein Blue. The glass factory’s savoir-faire made everything
possible in staging. An enchanted garden spouted lumi-
nescent blue glass blades of grass. The rusted iron libra-
ry was filled with lamps. A submarine world was anima-
ted by elements that billowed like jellyfish and lucky eyes
warded off evil. There were magnificent lamps, enormous
or tiny, upside down, out of proportion, out of place. Then
there was the blue wee-fellow lamp, made in a limited
series. He welcomed the visitors at the beginning of the
labyrinth and said good-bye at the exit with his discre-
et, poetic, familiar presence.
Paola Navone
Ogni progetto nasce da un incon-
tro. Dall’incontro con Jacopo Baro-
vier è nata l’idea di questa avventu-
ra BLU. Una rara complicità tra im-
maginazione e produzione ha reso
possibile la messa in scena di BLU.
Della prima visita alla vetreria ho due
ricordi speciali. Il primo ricordo è uno
spettacolare albero genealogico del-
la famiglia Barovier che dal 1295 la-
vora il vetro a Murano. L’altro ricor-
do è un piccolo omino-lampada in ve-
tro realizzato nel 1927 da Ercole Ba-
rovier per il figlio Angelo che non vo-
leva dormire al buio. Il progetto BLU
si è sviluppato a cavallo di questi due
ricordi. L’albero genealogico della fa-
miglia Barovier è stato rappresenta-
to con 130 piccoli gris-gris tutti diver-
si, ciascuno dedicato a un compo-
nente della famiglia. Ogni piccolo ta-
lismano è fatto con un frammento di
vetro colorato e tante piccole bricio-
le di vita. BLU è diventata una colla-
na di stanze in cui lampade, lampa-
dari e frammenti di vetro si sono mol-
tiplicati, sovrapposti, accumulati. È
stato facile mescolare cose preziose
ai materiali di fabbrica con i quali il
vetro convive. Legno ossidato e fer-
ro arrugginito sono serviti a costrui-
re ciò che stava intorno a queste me-
raviglie di vetro. E ogni oggetto è di-
ventato scenografia dell’altro. Il blu
è ovunque. Blu olandese. Blu cobal-
to. Blu acquamarina. Blu indaco. Blu
di Prussia. Blu oltremare. Blu Klein. Nel
mettere in scena il savoir faire della
vetreria tutto è diventato possibile.
Un giardino incantato con fili d’erba
in vetro blu luminescente. Una biblio-
teca in ferro arrugginito piena di lam-
pade. Un mondo sottomarino ani-
mato da elementi che fluttuano co-
me meduse tra i quali appaiono oc-
chi porta fortuna per allontanare i
malefici. Lampadari magnifici, gran-
dissimi o piccolissimi, sottosopra, fuo-
ri scala, fuori luogo. Poi l’omino-lam-
pada, riproposto in blu in serie limi-
tata, che ha accolto il visitatore all’ini-
zio del labirinto e lo ha salutato al-
l’uscita con la sua presenza discreta,
poetica e familiare.
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