Il nuovo logo prende spunto dallo studio del monogramma originale “ab” di Acerbis,
che si va a semplificare in una “a” diversa ed originale. Una “a” caratterizzata da
linee e geometrie importanti, che non la induriscono necessariamente, ma che invece
creano una forma gentile e simpatica. Una forma familiare, in quanto ricorda una
chiocciola, un nautilus o una proporzione aurea. Il logo rappresenta anche un oblò, un
cannocchiale da cui osservare e interpretare il design attraverso la lente di Acerbis.
Raffigura anche un graffito, ovvero il segno di un writer nel suo studio del lettering.
Nella ricerca delle forme che meglio interpretassero l’immagine di Acerbis, si è
trovato il punto di incontro nello studio di Max Bill. All’inizio degli anni ‘70, il designer
si cimentò nella progettazione di un carattere derivato “dall’immagine delle parole”.
Un font che doveva “dare leggibilità automatizzando macchine che enfatizzassero la
tonalità delle vocali per aumentare la leggibilità.”
The new logo draws inspiration from the original Acerbis monogram “ab”, reduced to
a different, original letter “a”. An “a” characterised by marked lines and shapes that
don’t necessarily harden it but, rather, create a fun, graceful shape. A familiar shape
recalling a snail, a nautilus or a golden ratio. The logo also represents a porthole, a
spyglass allowing us to view and interpret design through Acerbis’ lens. Last but not
least, it also represents graffiti – that is, the mark of a writer who studies lettering.
In studying the shapes that would best convey the Acerbis image, Max Bill’s work
proved a point of convergence. In the early 1970s, the designer tried his hand at
designing a typeface stemming from “the image of words”. A font meant to “ease
legibility by automating machines that would enhance the tonalities of vowels to
increase their readability”.
8
Nuova identità
New visual identity